“Guardate in alto!…E uno! E due! E tre!» un lampo, uno schianto e dalla cupola, saltellando tra i trapezi, cominciarono a cadere in sala tanti biglietti bianchi. Volteggiavano, trascinati di qua e di là, sospinti verso la galleria, precipitavano sull’orchestra e sul palcoscenico. Dopo pochi secondi, la pioggia di denaro, sempre più fitta, raggiunse le poltrone, e gli spettatori cominciarono ad acchiappare biglietti. Si levarono centinaia di mani, gli spettatori guardavano i biglietti contro la luce che illuminava la scena e vedevano le più vere e le più oneste filigrane. Anche l’odore non lasciava dubbi: era la deliziosa e impareggiabile fragranza delle banconote appena stampate. Tutto il teatro fu preso dall’allegria, poi dallo sgomento. […] Qualcuno già strisciava tra le file, rovistando sotto i sedili. Molti, in piedi sulle poltrone, cercavano di afferrare i biglietti fluttuanti e capricciosi.”
Riconoscete questo racconto? Se la risposta è negativa, significa che non seguite i consigli di lettura dell’@AlienoGentile. Poco male: la puntata di questa settimana di “Economia per tutti” prende le mosse proprio dallo spettacolo di magia nera inscenato da Woland ne “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov per raccontare una storia molto particolare sul denaro.
E’ la storia delle piogge di denaro. Una storia affascinante. A volte come metafora, altre volte no, l’idea di far piovere denaro, con i più disparati moventi, è una suggestione costante, sia essa frutto di ispirazione letteraria, come appunto in Bulgakov, o ardita ipotesi di politica monetaria come nell’ “helicopter money” teorizzato dall’ex presidente della Fed Ben Bernanke.
E’ una storia, come ascolterete, ideologicamente trasversale. Prima ancora che a Bulgakov, infatti, l’idea venne a Lenin, auto-investitosi della missione di distruggere il capitalismo. Se il denaro, con il valore ad esso attribuito, è l’architrave del capitalismo, colpire il denaro significa minare alle basi il sistema capitalistico. Abolire il denaro, allora? Al contrario: Lenin teorizzò di provocare un’alluvione di denaro, cioè stampare così tanti rubli, produrre così tanta carta moneta da distruggere la percezione di valore della stessa. Determinare l’irrilevanza del denaro in conseguenza della straripante quantità dello stesso. “Basare” la moneta, come si dice in gergo finanziario.
E chissà se i più austeri custodi e tutori del capitalismo, i grandi banchieri centrali, si sono sentiti accarezzati dall’ombra di Lenin quando, per salvaguardare la stabilità finanziaria del sistema capitalista, hanno sfornato il bazooka del quantitative easing, ossia in altre parole si sono messi a stampare tutta la moneta necessaria per comprare titoli del debito pubblico dei vari paesi e per comprarne fino a condurre quei titoli al livello di prezzo desiderato. Insomma, per salvare il sistema, lo hanno inondato di liquidità, hanno fatto piovere denaro fino ad alterare la fondamentale funzione del mercato: assegnare un prezzo alle cose. Salvare il capitalismo, distruggendone un fondamento: “ben scavato vecchia talpa!!”, avrebbe detto Lenin, prendendo ancora una volta in prestito la celebre battura di Marx.
Ma la storia delle piogge di denaro è attuale anche perché è una storia di guerra. Fu Hitler a concepire il “bombardamento” di banconote come arma. “Operazione Bernhard” è infatti il nome del piano segreto che doveva condurre a far piovere dal cielo di Londra miliardi di banconote perfettamente falsificate, tanto da trarre in inganno la stessa Bank of England, allo scopo di innescare una devastante inflazione in casa del nemico. Perchè alla fine l’economia è tutto, anche e soprattutto in tempo di guerra.
Come vedete, la pioggia di denaro è sempre un evento estremo, sebbene non abbia a che vedere con il clima. Scenari estremi richiedono vini adeguati. Per questo forse, la nostra Alex ci propone questa settimana un vino che nasce in zone estreme. Per farvelo raccontare alla sua maniera, dovete solo andare sulla vostra piattaforma preferita.
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Per destabilizzare il mondo basta riempirlo di soldi