Alieno Gentile
Economia per Tutti - Piano Inclinato
Quale energia?
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Quale energia?

EpT S04E08

Puntata monstre, anche per durata, quella di questa settimana.

Né poteva essere diversamente, posto che abbiamo deciso di addentrarci in una ricognizione circa lo stato dell’arte, e soprattutto le ricadute economiche, del processo di modificazione del nostro mix energetico. A che punto siamo con rinnovabili e nucleare? Ma soprattutto: quanto costa il tutto?

Materia che necessita di apporti esterni, di esperti. Almeno sul punto, domanda ed offerta si sono perfettamente incontrate e ai microfoni di “Economia per tutti” si avvicendano questa volta ben due ospiti.

A guidarci nell’impatto economico delle rinnovabili è Emiliano Morgia, esperto di elettrificazione, @emme_emi su X, autore su Substack di “The Nuts and Bolts”, ricchissima newsletter in tema, appunto, di energia.

Il quadro fornitoci da Emiliano non è propriamente confortante. La transizione energetica, anche a voler prescindere dalla sonora bocciatura ricevuta nelle urne europee, segna pesantemente il passo.

E la motivazione è squisitamente economica. Il business delle rinnovabili richiede ingenti investimenti iniziali in vista di futuri utili, aleatori quanto lo è la domanda di energia. A ciò si aggiunga la fissazione di obiettivi del tutto irrealistici, sempre sotto il profilo finanziario, e così si spiega la crisi di popolarità delle rinnovabili. Il nostro ospite ci spiega, infatti, come il traguardo, rectius il miraggio, “Net Zero” nel 2050 abbia un costo teorico di 275.000 miliardi $. Teorico in quanto un approfondito studio sui progetti di valore superiore al miliardo di dollari, ha evidenziato un’allarmante idoneità degli stessi a sviluppare extra costi fino ad una misura del 62%. Come evidente, stiamo parlando, per i paesi affluenti, di quote astronomiche di Pil (20/25%) da destinare alla transizione. Uno sforzo monumentale per un lasso di tempo enorme. Uno sforzo destinato a provocare ancor più rigetto nelle opinioni pubbliche, dopo che una comunicazione ingannevole ha per anni indotto a pensare che l’abbandono delle energie fossili fosse a portata di mano.

Non per questo, raccomanda Morgia, bisogna gettare la spugna. Piuttosto è tempo di cambiare radicalmente registro di comunicazione, spiegando bene, numeri alla mano, il trilemma che avvolge la transizione: un passaggio alle rinnovabili che sia buono (non solo per il clima, ma anche in termini di equità sociale), veloce e poco costoso non è possibile.

Emiliano, come aveva promesso, ci ha lasciato più con suggestive domande che risposte, esattamente come vogliamo qui ad EpT, ma una certezza, dopo averlo ascoltato, ci è rimasta: le rinnovabili non bastano. Serve un mix energetico più ampio.

In campo, dunque, il nucleare, concetto che pare finalmente rifarsi strada persino in Italia.

In campo, soprattutto, il nostro secondo ospite: è Massimo Morichi, vice presidente di CAEN spa e direttore del progetto europeo MICADO che ha l’obiettivo di standardizzare la gestione dei rifiuti radioattivi.

Economia di una centrale nucleare

così si potrebbe intitolare l’interessantissimo intervento di Morichi. Ci ha spiegato il doppio volto dei costi di realizzazione di una centrale: chi progetta una simile infrastruttura conosce molto bene, già in partenza, i costi della tecnologia necessaria, mentre la vera incognita è la realizzazione all’interno di un dato sistema paese dove tutto dipende dal regolatore, dalla safety authority che deve validare la tecnologia. Incomprensioni, richieste di documentazione aggiuntive, chiarimenti possono dilatare tempi e costi in modo anche incontrollato.

Ci sono poi altre tipologie di costi da considerare: costi di gestione, costi di competitività, essenzialmente legati alle economie di scala conseguibili realizzando una pluralità di impianti, nonché, new entry, i costi di smantellamento. Oggi si pensa già, in fase di progettazione di una centrale (aspettativa di vita intorno ai 60 anni), a come avverrà e quanto costerà lo smantellamento e si accantonano somme coerenti. Questo tipo di valutazione, ci spiega Morichi, è indispensabile per determinare l’effettivo costo di qualsiasi attività energetica ed andrebbe esteso anche alle altre fonti. Tanto più se si considera che, per le centrali nucleari, più del 80% è materiale riciclabile, mentre non lo è il silicio, risorsa chiave dell’eolico.

Morichi, infine, ci ha lasciato con due ottime notizie.

La prima è che, se in Italia si decidesse di ripartire seriamente sula strada del nucleare, ci sarebbe sì bisogno di ingenti investimenti governativi, di risorse umane, di aggiornamenti normativi, ma non di competenze. Siamo, infatti, da questo punto di vista in una situazione per certi versi straordinaria: a dispetto dell’uscita dal settore, abbiamo conservato, grazie ad alcuni atenei di riferimento, un enorme giacimento di competenze di impiantistica nucleare.

La seconda notizia positiva è che Chernobyl, l’incubo che ci fece abbandonare frettolosamente ed emotivamente il nucleare, non è oggi un incidente ripetibile per la semplice ragione che non si può più realizzare un reattore i cui sistemi di controllo siano disattivabili.

Ma la puntata di questa settimana è davvero di quelle in cui l’inseguimento, da parte della newsletter, è impari. Insomma, c’è molto, molto di più e perciò più che mai vi rimandiamo a sintonizzarvi sulla vostra piattaforma preferita per non perdere nulla di un episodio davvero speciale:

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Giulio Massa

Discussione su questo podcast

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Conversazioni inclinate tra Manchester e Milano. Con Massimo L'Abbate e l'Alieno Gentile, si parla di economia con un linguaggio chiaro e senza tecnicismi perché l'economia è di tutti.
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