Alzi la mano chi non trova l’argomento delle criptovalute un po'…criptico.
Tutti ne parlano, quasi nessuno le incrocia materialmente nella propria vita, ammontano ad un controvalore di centinaia di miliardi, ma alla fine cosa sono e come funzionano queste benedette criptovalute?
“Economia per tutti” in purezza questa settimana. Se la nostra mission è decrittare l’economia a beneficio di tutti, le criptovalute sono un’urgenza del momento.
Questa settimana, quindi, tutto quello che avreste sempre voluto sapere su bitcoin e stablecoin e non avete mai osato chiedere. Anche perché chi ne parla abitualmente, ormai lo fa come se i concetti di base fossero ampiamente risaputi.
Dalla grande crisi finanziaria del 2008 all’idea dell’ennesima evoluzione della moneta nel segno della radicale smaterializzazione e digitalizzazione; dal funzionamento della blockchain, il registro digitale delle transazioni su cui è imperniata tutta l’architettura delle cripto, all’assoluta prerogativa dei bitcoin di esistere in quantità limitata e prefissata, ma destinata ad essere raggiunta attraverso un processo di creazione, a ritmi decrescenti, lungo più di un secolo; dal fascino e dai difetti ( che coincidono) del wallet, evoluzione digitale dell’ ”arcaico” conto corrente, al ruolo delle piattaforme , “banche” di scarsa affidabilità entro un sistema che delle banche dovrebbe fare a meno per definizione.
Ma non si può parlare di criptovalute senza dedicarsi agli ultimi arrivati: gli stablecoin. Le monete digitali non previste in quantitativo fisso e non così radicalamete avulse dalla moneta trazionale perché emesse a fronte della creazione di una corrispondente provvista costituita in euro Qunto o dollari.
Ma gli stablecoin sono davvero la versione “stabile” dei bitcoin? Quanto del denaro tradizionale incassato dagli emittenti, tra i quali la famiglia Trump, finisce reinvestito in titoli del debito pubblico, più di tutto in treasuries? Quale spirale di crisi del debito potrebbe innescarsi in conseguenza di operazioni di massiccia liquidazione di stablecoin?
Tutto questo e molto altro nella nostra chiacchierata settimanale. Perché è vero che, dopo quasi vent’anni di circolazione delle criptovalute, non c’è un solo bene che sia prezzato in cripto né ci sono pagamenti che possono essere effettuati solo con cripto (salvo quelle transazioni illegali che delle cripto sono il vero paradiso). Eppure, per tante ragioni che vi raccontiamo (compreso l’impatto ambientale), il fenomeno non può più essere ignorato.
Il vino, invece, non lo hanno (ancora?) digitalizzato. Quindi se, dopo l’abbuffata di monete virtuali, volete riassaporare il piacere, corposo e per nulla smaterializzato, di un calice, dovete solo ascoltare fino in fondo la puntata.
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