Gli executive orders di Trump stanno sicuramente cambiando il mondo, ma ci sono dati di realtà contro i quali rischiano di fare la fine delle gride manzoniane.
E’ il caso del cambiamento climatico. Si può davvero decretare con un tratto di penna, e con l’ormai arcinota firma roboante a favor di telecamere, che l’emergenza non esiste? Magari affermando con sufficienza, come in fondo sembrano pensare alla Casa Bianca, che, suvvia, “ha sempre fatto caldo”?
Nella puntata di questa settimana di “Economia per tutti” abbiamo rivolto questa domanda a chi ha scelto proprio quella frase, quel luogo comune furbescamente avvolto nell’invitante carta regalo dell’apparente buon senso, come titolo del suo ultimo libro.
Lui è Giulio Betti, amico di lunga data di EPT, dove è già stato ospite, meteorologo e climatologo presso il Cnr, insignito nel 2022 del titolo di “Meteorologo dell’anno”. “Ha sempre fatto caldo!” è il suo libro uscito l’anno scorso per i tipi di Aboca Edizioni (con l’eloquente sottotitolo “E altre comode bugie sul cambiamento climatico”).
Un libro dettato da una convinzione che Giulio pone subito in cima alle riflessioni e al racconto che ci consegna: il problema del cambiamento climatico, ed anche della sua sopravvenuta impopolarità nel dibattito pubblico e nelle scelte elettorali, è innanzitutto un problema di cattiva comunicazione.
Si è ingenerata, da un lato, l’idea che si potesse realizzare nel giro di pochi anni una transizione energetica necessaria, quanto complessa e delicata, e la cui urgenza era stata trascurata per quarant’anni. Dall’altro lato, una narrazione estremizzata ed apocalittica si è poi risolta in un boomerang, alienando alla causa la necessaria consapevolezza e collaborazione dei consumatori e dell’opinione pubblica in genere.
Nel mezzo, resta un problema serio, pressante, ma risolvibile, ci assicura Betti. Risolvibile, però, a condizione che si esca da un approccio modaiolo, si mettano in campo tutte le tecnologie e le conoscenze di cui disponiamo già da decenni, si abbia consapevolezza che si sta scherzando con il fuoco e non si rallenti drammaticamente, come è in potere della politica fare, la transizione che ineluttabilmente è già in corso.
Tre azioni urgenti? Interventi di adattamento - tra i quali Giulio ci sciorina un elenco di storie di successo foriere anche di crescita economica e volano di occupazione -, necessaria mitigazione degli incrementi di temperatura e, ancora una volta, comunicazione corretta, ossia né apocalittica e frustrante né negazionista.
Il libro di Giulio, come emerge dal suo racconto, è in fondo una sorta di corpo a corpo proprio con le 50 sfumature di negazionismo. Ci confessa di aver l’impressione di non averne convertito uno solo perché, in radice, il negazionista tipico è mosso o da interesse o da ostinato rifiuto di una realtà sgradevole ed impegnativa. In compenso, però, il nostro ospite ci racconta la soddisfazione nell’aver sciolto, senza iattanza e toni professorali, i dubbi di molti scettici che in realtà, come assolutamente legittimo, non avevano mai approfondito l’argomento.
Questo stile divulgativo di Betti, capace di sminuzzare la sua materia con passione e e pacatezza insieme, emerge, del resto, nel corso di tutta la puntata. Tanto che vi sfidiamo ad ascoltarla e non avere poi la curiosità di andarvi a leggere “Ha sempre fatto caldo!”.
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