La settimana dell'Alieno #17
rassegna delle notizie economico-finanziarie del 25-29 settembre 2023
Il ritorno dello spread
I timori che la Federal Reserve mantenga i tassi “più alti più a lungo" si allargano sui mercati europei, mentre l’annuncio di un deficit del bilancio italiano superiore alle attese (5,3% invece del 4,5% previsto) spaventa gli investitori, facendo scendere i prezzi dei titoli e di conseguenza salire i rendimenti: quello del BTp decennale è arrivato al 5%, il livello più alto degli ultimi dieci anni.
Il sell-off si è esteso ai mercati del resto d’Europa. I rendimenti decennali tedeschi sono al 3% e le obbligazioni spagnole oltre il 4%. Il decennale francese è al 3,5% (i massimi dal 2011) dopo che il governo francese è stato criticato dall'autorità di vigilanza fiscale di Parigi per non aver tagliato la spesa pubblica a sufficienza.
I deficit dei bilanci pubblici sembrano non essere “transitori” ma strutturali: l’Italia ha aumentato la proiezione di deficit per il prossimo anno al 4,3%, rispetto all'obiettivo iniziale del 3,7% (e l’ha calcolato su un PIL atteso che potrebbe contenere un certo livello di ottimismo), e intanto l'aumento continuo del prezzo del petrolio sta portando gli investitori a chiedersi se l'inflazione sia realmente in fase di rientro.
Le banche centrali hanno segnalato che, pur essendo prossime a terminare gli aumenti dei tassi d'interesse, aspetteranno che l'inflazione scenda verso i loro obiettivi prima di prendere in considerazione dei tagli.
Quanto durerà la corsa del petrolio?
Il petrolio WTI ha toccato i 95 dollari, il livello più alto da oltre un anno: c’è fabbisogno crescente (le scorte sono scariche) e restrizioni nell’offerta. Ma la stagionalità è a favore e secondo molte banche d’affari eventuali aumenti al di sopra dei 100 $ saranno probabilmente di breve durata.
Goldman Sachs dice che la maggior parte del rally dei prezzi è già alle spalle e che l'OPEC non spremerà ulteriormente i prezzi perché nessuno, sauditi compresi, vuole assistere alla distruzione della domanda. JPMorgan ha affermato che "ulteriori guadagni di prezzo potrebbero essere limitati".
La rapida eliminazione di milioni di barili di produzione da parte di Arabia Saudita e Russia ha fatto sì che il petrolio non scendesse al di sotto dei 70 dollari. Poi la “driving season” turistica, con la domanda di carburante per aerei, ha spinto i prezzi di oltre il 30%.
L'aumento dei prezzi della benzina e dei generi alimentari è oggi una delle principali preoccupazioni dei cittadini occidentali, ma mentre i consumatori hanno poche alternative a breve termine se non quella di continuare a guidare l'auto quando i prezzi del carburante aumentano, la domanda a lungo termine è più elastica. Una volta che le aspettative si spostano su prezzi del petrolio più alti e più a lungo, i consumatori possono passare ai veicoli elettrici o ai trasporti pubblici, ecc.
Oggi il petrolio è in piena backwardation (cosa significa? Lo spiego qui) segno che c’è scarsità dell'offerta in questo momento. Ma la direzione dei prezzi dipenderà anche dalla composizione della domanda, e da ormai 18 mesi aleggia il fantasma del rischio di una recessione negli Stati Uniti e in Europa (dove è già una realtà praticamente acquisita).
Ucraina alla prova del voto straniero
La settimana scorsa, il presidente polacco Andrzej Duda ha paragonato l'Ucraina a una persona che sta annegando e che potrebbe trascinare con sé il soccorritore. Poi il primo ministro del Paese, Mateusz Morawiecki, ha dichiarato a una stazione televisiva polacca:
non stiamo più trasferendo armi all'Ucraina perché ora stiamo armando la Polonia con armi più moderne.
Il governo polacco ha poi ritrattato queste dichiarazioni. La Polonia è in campagna elettorale, la competizione è piuttosto serrata tra il partito di governo, Diritto e Giustizia, e l'opposizione. Entrambi pensano di poter guadagnare qualche voto adottando una linea più dura nei confronti dell'Ucraina. La simpatia dell'opinione pubblica per l'Ucraina è in generale ancora piuttosto forte, ma la frustrazione per il blocco alle esportazioni agricole ucraine verso la Polonia è visto come una minaccia.
Il sostegno all'Ucraina in tutta l'Europa centrale e orientale si sta indebolendo, in particolare in Slovacchia, Ungheria e, in misura minore, in Romania e Bulgaria. In tutti questi Paesi i politici si sono espressi contro un sostegno totale all'Ucraina. La Polonia è una sorpresa, visto che era uno dei più strenui sostenitori dell'Ucraina.
Gradualmente, dopo più di un anno e mezzo dall'invasione russa, gli aiuti finanziari e militari per l’Ucraina sono aumentati. Il rischio, ovviamente, è che la guerra si protragga troppo a lungo, e che il sostegno dell'opinione pubblica in alcuni Paesi europei possa diminuire. Per questo il problema diventa molto più grande pensando alle elezioni presidenziali americane del prossimo anno.
I Repubblicani pensano sempre più che sia ora di ridurre il sostegno. E nel caso, questo influirà molto anche sul sostegno europeo all'Ucraina, in particolare nell'Europa centrale e orientale.
Scioperi e rivendicazioni
Il sindacato degli scrittori di Hollywood e i principali studios, dopo 146 giorni di mobilitazione degli 11mila sceneggiatori iscritti alla Writers Guild, hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo. Nel frattempo, Biden si unisce al picchetto dei lavoratori dell'auto, in Michigan. Si tratta di una mossa storica per un presidente americano in carica.
Le produzioni cinematografiche e televisive potranno presto riprendere, di certo le organizzazione sindacali hanno segnato un punto. Secondo le notizie riportate, l'accordo prevede una distribuzione economica diversa dallo streaming, un organico minimo per gli spettacoli e limiti all'uso dell'intelligenza artificiale: il W.G.A. sembra aver ottenuto più di quanto gli analisti ritenessero inizialmente possibile, stando a quelli che gli studios avevano lasciato intendere fossero elementi imprescindibili.
Ma lo sciopero ha paralizzato Hollywood, con grossi danni ai loro guadagni (si stimano fino a 1,6 miliardi $ di mancati introiti) e oggi due terzi degli americani sostengono il lavoro organizzato, e questo si riflette sulla battaglia della U.A.W. contro le grandi case automobilistiche di Detroit.
Finora, il gruppo dei lavoratori dell'auto sta tenendo duro nel suo sciopero contro General Motors e Stellantis. (Ha risparmiato la Ford da ulteriori scioperi, citando maggiori progressi nelle trattative con l'azienda).
Il rischio che corrono i sindacati in sciopero, naturalmente, è che il sentimento pubblico possa invertirsi se il danno economico diventasse eccessivo. L'economia californiana ha perso oltre 5 miliardi $ a causa della chiusura di Hollywood, uno sciopero prolungato del settore auto potrebbe potenzialmente arrivare a spingere gli Stati Uniti in recessione.
Più di un giorno in pretura
La Federal Trade Commission ha avviato una causa contro Amazon per monopolio, in un clima di generale rafforzamento delle leggi antitrust. Si tratta di una denuncia molto estesa, ma la causa si concentra su un paio di presunti schemi.
Una sorta di strategia per impedire ai venditori di offrire prezzi più bassi su altre piattaforme su Internet.
Amazon impone ai commercianti la rete logistica e la consegna, permettendo ad Amazon di governare il costo finale dei prodotti anche su altre piattaforme.
Amazon afferma che la FTC si sta discostando radicalmente dalla sua stessa missione di proteggere la concorrenza negli Stati Uniti e i consumatori, che l’accusa è infondata, sia per quanto riguarda i fatti che la legge.
Cosa potrebbe accadere ad Amazon a seguito di questa causa?
Molti si chiedono se la FTC cercherà di fare uno ‘spezzatino’ di Amazon. Quando è stato chiesto alla presidente della FTC, Lina Khan, se avrebbe cercato di smantellare Amazon, non ha voluto rispondere né a questa domanda né a richieste su dettagli specifici.
Shutdown a Washington
Fino alla mezzanotte di sabato sarà possibile approvare un accordo sul bilancio per evitare lo “shutdown” dell’amministrazione. Democratici e Repubblicani sono divisi. Se non si riuscirà a trovare un accordo in tempo, fatte salve le operazioni governative essenziali, tutto si fermerà.
E’ l’ennesima manifestazione di una polarizzazione politica molto tossica: l'approvazione di una legge che finanzi il governo è una delle principali responsabilità del Congresso, ma siamo piuttosto lontani da un vero compromesso.
E senza un compromesso molti lavoratori saranno licenziati e/o non riceveranno lo stipendio. Gli verrà dato dopo, quando poi il compromesso verrà raggiunto, quindi l’impatto sul PIL sarà zero, ma per molti lavoratori sarà una fase di shock, ed un motivo in più di nervosismo per i mercati.
Moody's avverte che questa situazione potrebbe influire sul rating del governo statunitense, come già accaduto per il debt ceiling. L'impatto sarà tanto maggiore quanto più a lungo si protrarrà lo shutdown.
Al Senato il compromesso si chiama "risoluzione continua": uno slittamento di qualche mese del problema, per evitare una crisi nel breve termine (e portarla più vicino alle elezioni…).
I pirati del petrolio
La Russia ha aggirato le sanzioni e il tetto al prezzo del petrolio greggio, istituito dal G7 a dicembre scorso al livello di 60$/barile. Tre quarti del petrolio russo spedito via mare ha aggirato le sanzioni, in un periodo di prezzi petroliferi crescenti, ha consentito a Mosca di incamerare denaro finalizzato a finanziare la guerra in Ucraina.
La scorsa settimana la Russia ha vietato l'esportazione di gasolio e altri prodotti raffinati, generando il timore che Putin stia cercando di sconvolgere il mercato del petrolio come ha fatto con il gas naturale, scatenando la crisi energetica dello scorso anno.
Il limite di prezzo del G7 era stato concepito per evitare una pericolosa impennata dei prezzi, pensando che Mosca avrebbe avuto poca scelta se non quella di adeguarsi.
Mosca ha in effetti dovuto offrire sconti per vendere (anche a 40$) milioni di barili, un tempo destinati all'Europa, verso nuovi clienti in Asia, pur continuando a dipendere pesantemente dai servizi di trasporto e assicurazione occidentali.
Le sanzioni sono costate alla Russia, si stima, 100 miliardi $ in ricavi da esportazione di petrolio dal febbraio 2022. Tuttavia, in seguito la Russia ha reagito con una cosiddetta "flotta oscura" di petroliere in grado di operare senza assicurazioni occidentali o altri servizi.
Il divieto di esportazione del gasolio, oltre a contenere i prezzi domestici, potrebbe colpire le entrate della Russia, ma potrebbe anche spingere i prezzi del greggio più in alto compensando le entrate.
La de-Cinesizzazione
Il mondo si sta sglobalizzando? Può essere un termine eccessivo: la globalizzazione nel senso di apertura commerciale è diventata progressivamente un accentramento di produzione in Cina. Il mondo non si sta sglobalizzando, semplicemente le aziende occidentali cercano di proteggere i propri interessi dalla Cina. E, contemporaneamente, le aziende cinesi si stanno isolando dall'Occidente.
Le relazioni tra Washington e Pechino, in costante peggioramento, stanno costringendo le aziende occidentali a trovare delle soluzioni, e molte di loro stanno scegliendo di eliminare il “rischio Cina”.
De-risking è un termine emerso nell'ultimo anno per distinguere da decoupling, ovvero la rottura totale dei legami con la Cina, cosa economicamente impossibile. Il de-risking è un tentativo di cambiare i termini della discussione, sul tipo di affari e quanto rischiosi siano.
Le modalità di realizzare il de-risking sono varie: c’è il disinvestimento dalla Cina, ma c’è anche la strategia di effettuare nuovi investimenti in altri Paesi senza ridurre la propria presenza in Cina. Apple è una delle aziende che ha effettuato disinvestimenti, spostando la propria produzione dalla Cina ad altri Paesi limitrofi dell'Asia meridionale e orientale. Altre aziende, invece, scelgono di scorporare la loro entità cinese, come ha fatto ad esempio l'azienda farmaceutica AstraZeneca, per quotarla a Hong Kong.
Un altro esempio è la statunitense Kyndryl, il più grande fornitore di servizi di infrastruttura IT al mondo per fatturato, che ha comunicato ad alcuni dipendenti la decisione di scorporare l'entità cinese (circa 6.000 dipendenti).
Kyndryl possiede centri dati e fornisce consulenza alle aziende per l'archiviazione e la gestione dei loro dati ed è fornitore e/o partner di Microsoft, Google, Amazon e molte altre; rappresenta più di un quarto delle entrate del gruppo IBM, a cui appartiene.
I clienti cinesi stanno riducendo il ricorso a società straniere per la gestione delle loro infrastrutture IT, mentre alcuni clienti statunitensi hanno chiesto che i suoi dipendenti cinesi non lavorino ai loro progetti statunitensi, in particolare nelle attività legate all'intelligenza artificiale.
Creare una entità cinese serve quindi anche a scongiurare il rischio che la Cina inizi a regolamentare le aziende straniere in modo più severo, rendendo più difficile produrre e fare affari in Cina.
L'intera impresa di cercare di spostare la catena di approvvigionamento, da un modello di massima efficienza, a un modello di maggior sicurezza, è estremamente costosa. Si cercano fornitori alternativi per poter servire i vari mercati con prodotti neutrali o politicamente accettabili, senza componenti cinesi per i clienti statunitensi, o senza componenti statunitensi per i clienti cinesi. Per i clienti europei, invece, è possibile avere un mix di componenti statunitensi e cinesi, ma la situazione potrebbe cambiare in futuro.
Il più grande aspetto negativo di tutto questo è quello inflazionistico: la ridondanza e il costo che richiede il passaggio da una catena di fornitura molto snella e a bassa duplicazione a uno scenario in cui le aziende incorporano nei prezzi il rischio di imprevisti, ritardi, problemi logistici e politici che costringono ad avere più di un piano di produzione.
Si tratta di una grande opportunità di una nuova fase di globalizzazione per i Paesi del sud-est asiatico, che hanno perso il boom manifatturiero di cui la Cina ha goduto a partire dagli anni Novanta. E questa potrebbe essere una buona notizia per lo sviluppo globale.
Le imprese cinesi stanno intanto cercando altri luoghi in cui investire oltre agli Stati Uniti e all'Europa, ad esempio in Africa dove prendono le materie prime come litio, nichel, cobalto, e le trasformano per (ad esempio) le batterie dei veicoli elettrici. La Cina in Africa continua a costruire impianti, anche per proteggersi dal rischio di veti incrociati con l’Occidente, in pratica le aziende cinesi stanno facendo il proprio de-risking, un po' come le aziende statunitensi.
E sempre in modo analogo, molte aziende cinesi stanno cercando di replicare la loro catena di approvvigionamento cinese in paesi come la Corea del Sud, che poi utilizzeranno per rifornire il mercato statunitense. E’ una generale tendenza molto interessante in termini di flussi globali di capitale e di creazione di catene di approvvigionamento: quante e quali altre grandi aziende dovranno seguire lo stesso percorso?
Curiosità
Google DeepMind ha pubblicato un documento che illustra AlphaMissense, un nuovo modello in grado di catalogare le varianti missense nelle proteine, ovvero gli errori di trascrizione del DNA che creano un amminoacido diverso all'interno di una proteina.
I tassi di interesse? Sono evoluzionisticamente tesi ad andare verso il basso, perché ciò che aumenta costantemente è la pazienza degli esseri umani. Almeno questo è l’esito di un recente studio.
Rompete le campane di vetro: per la salute mentale dei bambini, sono cruciali le attività indipendenti.
Questo weekend torno sul palcoscenico con la mia compagnia teatrale, e una delle canzoni che accompagnano le nostre scene è tratta da questo album, dunque buon fine settimana a tutti: