La settimana dell'Alieno #16
rassegna delle notizie economico-finanziarie del 18-22 settembre 2023
Federal Reserve
La Fed ha deciso di mantenere il suo tasso di riferimento fermo. Certo, si trova ai massimi da 22 anni, ma l’attesa era divisa tra pausa e rialzo. Le proiezioni economiche, però, hanno indurito il messaggio: qualsiasi alleggerimento dei tassi non sarà né rapido né generoso.
"Un'attività economica più forte significa che dobbiamo fare di più con i tassi"
Ha detto Powell.
Innanzitutto ci sarà un ulteriore aumento quest'anno - che porterà il tasso dei fed funds a un livello compreso tra il 5,5% e il 5,75% - dopodiché ci sarà una lenta riduzione dei tassi nel 2024 (5-5,25%) e nel 2025 (4,5%-4,75%). Nonostante ciò, la crescita economica rimarrà relativamente robusta e il tasso di disoccupazione non aumenterà in modo sostanziale.
Se la crescita è più forte del previsto quest'anno e lo sarà anche il prossimo, è chiaro che l'inflazione non scenderà quanto sperato e previsto, pertanto, è sensato che la Fed contempli di mantenere i tassi di interesse “più alti più a lungo” come da tempo ripetono.
Interessante il confronto fra le decisioni di BCE e Fed:
Vedremo cosa succederà all’inflazione europea, con il petrolio a prezzi alti e un dollaro più forte (da luglio € ha perso il 5% contro il $). A proposito…
Petrolio ancora in rialzo
Il Brent ha raggiunto i 95 $ al barile e il WTI ha superato i 90 $, una corsa che ha due diverse origini:
La domanda sale più del previsto, le continue attese di recessione USA vengono continuamente prorogate, l’economia tiene, la gente viaggia molto (la domanda di carburante per aerei è aumentata molto quest'anno).
L'offerta si stringe: l'Arabia Saudita e la Russia si sono mosse in modo concertato per ridurre la produzione più di un milione di barili di petrolio al giorno.
Negli Stati Uniti i prezzi della benzina stanno salendo verticalmente (+20% in 3 mesi), con forti ricadute sul consenso degli elettori per Biden. Ma il prezzo del carburante è importante anche per il trasporto merci, l'agricoltura e altre industrie… l’impatto sull'economia si farà sentire presto e ogni volta che i prezzi del petrolio salgono, anche l'inflazione aumenta.
Il petrolio a 100 $ al barile rappresenta una soglia psicologica che suscita il timore di far precipitare le economie in recessione e intaccare la crescita economica. Però l’impatto dell’inflazione va considerato anche sul prezzo del petrolio: negli anni ‘80 e ‘90 l’obiettivo dell’OPEC era portare il petrolio a 25$ al barile. All’inizio del secolo 60 $ era il livello target. Oggi i 100$ potrebbero essere un livello meno eclatante di un tempo.
Nel frattempo la Russia questa settimana ha istituito un nuovo divieto di esportazione di energia, per comprimere ulteriormente l'offerta. I prezzi del diesel in Europa sono balzati di quasi il 5% dopo l'annuncio. Si trona allo scorso inverno, quando il Cremlino ha cercato di usare l’energia come arma di ritorsione alle sanzioni occidentali.
Sciopero UAW
Le trattative tra il sindacato United Auto Workers (UAW) e le case automobilistiche di Detroit sono riprese nel fine settimana dopo che migliaia di lavoratori hanno abbandonato il posto di lavoro la scorsa settimana.
Il sindacato sta scioperando contro General Motors, Stellantis e Ford chiedendo salari più alti, ma anche per proteggere i lavoratori dal passaggio ai veicoli elettrici. Perché un motore a combustione interna ha tante parti che si usurano, le auto a batterie invece hanno meno componenti nella catena cinematica. La stima della stessa UAW è che, con il cambiamento, potrebbero andare persi fino a 35.000 posti di lavoro.
E’ la prima volta nella storia che lo sciopero colpisce tutte e tre le aziende. Ed è un momento che richiama anni di lotta che già ci vengono rievocati dal ritorno dell’inflazione. Scioperi a oltranza in cui ci si domanda “può resistere di più il sindacato o le aziende?”
Il sindacato UAW sta anche cercando di allargare il discorso oltre i lavoratori dell'auto, parla di questo sciopero come di uno sciopero contro la classe miliardaria, che si è presa tutto lasciando alla classe operaia le briciole.
Una dialettica che avrà un certo peso nelle elezioni presidenziali dell’anno prossimo.
Politiche ecologiche al test
Questa settimana l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha avuto l’incontro annuale a New York, con il clima è decisamente all'ordine del giorno. Il vertice predispone alcune delle discussione che si terranno al COP28 negli Emirati Arabi Uniti.
Le politiche ecologiche e la crisi del costo della vita vanno poco d’accordo, tutti i principali gruppi ambientalisti dicono che dobbiamo smettere del tutto di esplorare nuovi giacimenti di petrolio e gas, vietare la costruzione di nuove auto a benzina e diesel entro il 2030 ed eliminare gradualmente le caldaie a gas entro il 2035.
C'è un ampio sostegno trasversale per il passaggio a un'economia a zero emissioni, ma gli effetti “di mercato” possono svolgere un ruolo notevole nel cambiare le cose. Un esempio?
La banca francese intende interrompere la concessione di prestiti ai nuovi progetti petroliferi e di gas, come parte della sua nuova strategia. Prevede di eliminare gradualmente l'esposizione a "operatori privati puri" nell'upstream del petrolio e del gas entro l'inizio del prossimo anno e di ridurre le attività con il settore petrolifero e del gas del 70% entro la fine del decennio, partendo dai dati del 2019.
Anche BNP Paribas e HSBC hanno adottato misure simili. L'Agenzia Internazionale per l'Energia ha chiarito che l'arresto dell'espansione di nuovi combustibili fossili è l'unico modo per limitare il riscaldamento globale alla soglia critica di 1,5 C. e che questi passi sono “necessari per rispondere alla gravità dell'emergenza climatica che dobbiamo affrontare".
Slawomir Krupa, amministratore delegato di SocGen, ha dichiarato lunedì che la nuova strategia con le restrizioni sulla finanza fossile prevede tagli agli obiettivi di fatturato e redditività, questo ha provocato la delusione degli investitori e le azioni della banca hanno registrato un forte calo (-12%).
Hedge Funds all’attacco del debito USA?
La Bank for International Settlements (BIS, la Banca dei Regolamenti Internazionali) ha lanciato l’avviso, e non è la prima autorità a farlo: sul debito USA si potrebbe scatenare un putiferio: gli hedge fund stanno “shortando” i Treasury statunitensi.
A dirla tutta hanno accumulato un'enorme posizione corta nei futures e nei contratti future, scommettendo quindi sul prezzo futuro dei Treasury, mentre sono anche lunghi dei titoli sottostanti sul mercato.
La ragione per cui questo accade è che, mentre la remunerazione nel detenere i titoli è alta, è molto alta anche la volatilità dei prezzi. Questo significa che i titoli sono valutati male, nel senso che i prezzi espressi dal mercato sono alterati da questi comportamenti e dunque non esprimono la reale “valutazione” del mercato, ma l’atteggiamento opportunista degli operatori.
Con questo tipo di esposizione, gli hedge fund sono molto levereggiati, con il rischio di una corsa a liquidare le posizioni nelle fasi di stress del mercato. E i tassi sul mercato dei Treasury finiscono per muoversi disordinatamente.
Speculatori da condannare? E’ importante ricordare che questi operatori, con le loro posizioni, contribuiscono a rendere liquido il mercato: senza gli hedge fund che giocano la loro parte, il funzionamento del mercato sarebbe probabilmente peggiore.
Anche la BoE si ferma
La riunione della Banca d'Inghilterra era molto attesa; la decisione, dopo 14 rialzi consecutivi, di mantenere i tassi fermi al 5,25% è stata votata con una maggioranza risicatissima: cinque a quattro.
Mercoledì sono usciti ottimi dati sull'inflazione nel Regno Unito, e una riunione che tutti pensavano orientata a un ulteriore rialzo dei tassi, si è trasformata proprio all'ultimo minuto.
L'inflazione è quindi sotto controllo? 6,7% è ancora un dato inaccettabile, ma ci sono progressi, come non si sarebbe potuto dire solo un paio di mesi fa. BoE ora afferma:
“manterremo i tassi sufficientemente stretti o sufficientemente restrittivi per un periodo sufficientemente lungo”
che è fondamentalmente quello che sta dicendo la Banca Centrale Europea e più o meno quello che sta dicendo la Fed.
Prospettive 2024
il programma economico di Trump inizia a prendere forma, e prevede
ingenti tagli al sistema sanitario attraverso la riduzione di Medicaid.
tagli consistenti (ma non specificati) alla spesa non militare.
un aumento dell'età pensionabile per compensare gli imaptti regressivi dei tagli fiscali.
Ma il fulcro dichiarato del programma economico di Trump è un enorme aumento delle tasse sugli americani della classe media e lavoratrice.
Il costo del debito USA (oggi circa il 120% del PIL) sta salendo rapidamente, a causa dell’aumento dei tassi e della sua duration bassa (circa 6): man mano che le vecchie emissioni scadono, le nuove incorporano le condizioni correnti. Un costo del debito che rapidamente diventa un 3,5% o 4% del PIL (con una crescita annua del PIL che non tiene questo passo) implica avere un debito che si alimenta da solo.
Entrambe le parti politiche dovranno affrontare questo tema. Anche i Democratici, infatti, discutono del crescente impatto del deficit e della traiettoria che rischia di dare al debito. Il problema, però, è che la polarizzazione politica americana rende quasi impossibile il dialogo costruttivo tra le parti.
Man mano che il costo del debito aumenterà vedremo i Democratici chiedere aumenti di tasse e i Repubblicani tagli ai programmi sociali e alla spesa in generale.
Una nuova era di austerità metterà sotto pressione la politica industriale, che oggi attraverso il Chips Act e l’Inflation Reduction Act, guida i flussi degli investimenti.
Dopo la spesa record sostenuta per combattere l'impatto della pandemia, il deficit non è tornato ai livelli precedenti al covid, oggi lo sbilancio annuo in USA è di quasi 2.000 miliardi di dollari.
L’anomalia è vedere questa espansione di bilancio in un'economia con un basso tasso di disoccupazione: un'economia forte, non costretta a spese di emergenza, eppure in profondissimo deficit.
Abbiamo sperimentato di cosa è capace il governo americano, quando armato della volontà politica di aprire i cordoni della borsa. In prospettiva, però, a meno di un boom di produttività (forse grazie alla AI?) e/o del ritorno a tassi di interesse prossimi allo zero (che ad oggi appare molto improbabile), bisognerà fare scelte difficili, in un contesto politico avvelenato dalla polarizzazione.
Canada-India: incidente diplomatico?
Questa settimana Justin Trudeau ha lanciato un'accusa bomba.
"Le agenzie di sicurezza canadesi hanno perseguito credibili accuse di un potenziale legame tra agenti del governo indiano e l'uccisione di un cittadino canadese. Qualsiasi coinvolgimento di un governo straniero nell'uccisione di un cittadino canadese sul suolo canadese è una violazione inaccettabile della nostra sovranità".
Nelle parole del primo ministro canadese, Nuova Delhi ha orchestrato l'uccisione di Hardeep Singh Nijjar nei dintorni di Vancouver a giugno scorso. Nijjar era un nazionalista sikh che l'India ha accusato di terrorismo e su cui ha messo una taglia per il suo arresto.
L'India ha respinto categoricamente ogni accusa, definendole assurde. Trudeau ha sollevato la questione in un incontro con Modi la scorsa settimana. E Modi ha respinto la questione anche in quell'occasione. L'India ha anche espulso un diplomatico canadese. In sostanza, il Canada ha fatto lo stesso il giorno prima con un diplomatico indiano. India e Canada hanno sospeso i colloqui per un accordo di libero scambio.
Una nazione democratica come l’India (pur con un leader che ha alcune tendenze autoritarie) responsabile della morte di un attivista nei confini di qualcun altro, sarebbe un evento straordinario. Anche perché il mondo occidentale vede l'India come contrappeso alla Cina.
Scoprire un lato diverso dell'India che non conoscevamo, rischia di cambiare la nostra visione di quale tipo di attore sia l'India sulla scena mondiale.
Curiosità
Ogni tanto mi chiedo se Kim Jong Un non sia stufo di essere circondato da applausi palesemente falsi. Non avrà anche lui bisogno di verità? E’ come vivere chiusi in una simulazione di un parco divertimenti, come può essere appagante? Ah, la notizia è che la Corea del Sud continua a pensare di doversi difendere, anche sviluppando la bomba atomica.
Rallentare la AI: Amazon limita le pubblicazioni di libri self-publishing a massimo 3 al giorno per utente. Chiamalo limite…
Yuval Harari (autore dello splendido “Sapiens, da animali a dèi”, meno splendidi gli altri suoi libri, secondo me) sostiene da tempo che dovremmo rallentare lo sviluppo della AI perché l’essere umano è lento ad adeguarsi alle nuove tecnologie. Non tutti però condividono questa opinione
Buon weekend con un album da gustare con calma: