La settimana dell'Alieno #51
Rassegna delle notizie economico-finanziarie del 03-07 giugno 2024
E taglio fu
La Banca Centrale Europea ha tagliato ieri i tassi di interesse per la prima volta da cinque anni: un quarto di punto.
L'economia dell'Eurozona non sta andando molto bene, meglio di quanto si temesse all'inizio dell'anno, ma è ancora piuttosto debole. E l'inflazione è scesa di molto. Quindi
“la BCE ritiene di poter ridurre le misure restrittive.”
Tradotto: il nuovo tasso di interesse al 3,75% invece che al 4% è ancora un tasso restrittivo per l'economia, e non c'era bisogno di dover essere ancor più rigidi. Le redini del cavallo vengono lievemente allentate, ma restano complessivamente tese, continuando a dargli l'ordine di rallentare.
L'economia europea è stata debole, ma ha iniziato a crescere e ci si attende che crescerà più rapidamente nel resto dell'anno. È chiaro che questo taglio dei tassi si spera allenti la pressione su chi vuole prendere in prestito denaro per investire. Quindi un po' di prestiti in più, un po' di investimenti in più, un po' di spesa in più da parte delle famiglie europee. Senza esagerare, ma è un segnale di incoraggiamento.
La BCE è stata molto attenta a non dire nulla su futuri tagli dei tassi, il che credo escluda un altro taglio alla prossima riunione di luglio, perché alla BCE piace dare qualche indicazione in anticipo piuttosto che sorprendere il mercato.
Anche perché l'ultima serie di dati sull'inflazione, usciti pochi giorni fa, non erano buoni. La BCE non ha rimandato il taglio per questo motivo, perché continua a ritenere che il tasso al 3,75% sia restrittivo. Ma per andare oltre, credo che debbano vedere di nuovo dei progressi nell'inflazione, il che è più o meno il punto in cui si trova la Fed, che ha bisogno di vedere un po' più di conforto prima di agire.
Se l'inflazione continuerà a peggiorare o non migliorare un po', potremmo non vedere altri tagli per più tempo di quanto si creda.
Il consiglio della Federal Reserve si riunisce la prossima settimana. La Banca d'Inghilterra si riunisce tra due settimane. La questione si riproporrà relativamente simile: le banche centrali pensano che la cosa peggiore che potrebbe accadere sarebbe quella di aver quasi sconfitto l'inflazione e poi lasciarla decollare di nuovo: vogliono vedere anche dati concreti prima di fidarsi completamente delle loro previsioni.
Questa volta la BCE ha detto di avere abbastanza fiducia nelle sue previsioni da poter fare la prima mossa. Ma per andare oltre, serviranno dati più tranquillizzanti. E difficilmente la BCE potrà proseguire nei tagli se le altre Banche Centrali resteranno ferme.
Prove di amicizia
Russia e Cina da quasi due anni sono in trattativa per siglare un accordo per un gasdotto che porterebbe il gas russo in Cina. Dopo la chiusura di ogni altra via commerciale, la Russia ha bisogno del mercato cinese per il suo gas che un tempo era destinato all'Europa. Quello di cui la Cina dispone si chiama potere di monopsonio, è il reciproco del monopolio: quando c’è un unico cliente, questo detta il prezzo tanto quanto può farlo un unico fornitore.
I negoziati si sono arenati ancora una volta: Pechino vuole pagare prezzi bassi per il gas ed è disponibile ad un impegno formale di acquisto solo per una frazione della capacità annuale del gasdotto.
Putin insiste nel dirsi fiducioso di raggiungere un accordo, ma l'impasse non è altro che il riflesso della crescente dipendenza di Mosca dalla Cina. Da quando Putin ha iniziato la sua guerra contro l'Ucraina le ripercussioni si accumulano a velocità variabile.
Ad esempio, Gazprom patisce gli effetti delle sanzioni occidentali, le servirà almeno un decennio per recuperare le vendite di gas che sta perdendo, secondo un rapporto commissionato dalla stessa compagnia petrolifera.
L'ascesa della destra in Europa
Alle scorse consultazioni europee ci fu la grande crescita dei partiti “verdi”. La sensibilità per le questioni ambientali, le copertine dedicate a Greta Thunberg, avevano portato la parola “sostenibilità” molto in alto nelle agende politiche. Oggi invece la parola che catalizza più energie è “immigrazione” e una quota sempre più grande di giovani elettori dichiarano di voler sostenere i partiti di estrema destra.
Ad esempio, Marine Le Pen in Francia è sostenuta dal 36% delle persone di età compresa fra i 18 e i 24 anni. Nei Paesi Bassi il sostegno per Geert Wilders, in quella fascia d’età, è del 31%. Anche in Germania, un recente sondaggio ha mostrato che il 22% dei tedeschi di età compresa tra i 14 e i 29 anni appoggia AfD, (Alternative für Deutschland - Alternativa per la Germania), un altro partito di estrema destra.
Contribuisce anche il fatto che chi si posiziona più a sinistra si pone in una condizione di auto-analisi critica che lo fa mettere più facilmente in discussione rispetto all’opinione altrui:
Posizionarsi a destra conduce dunque a un maggior “quieto vivere”. Così stiamo assistendo a livelli crescenti di sostegno ai partiti populisti di estrema destra da parte di una fascia d'età che normalmente non si associa al sostegno di partiti di destra.
La chiave per attirare il consenso giovanile è stata di dare ai partiti conservatori una sfumatura “antisistema”, una cosa che piace molto ai giovani, soprattutto ai giovani maschi. Vox, in Spagna, ha fatto una campagna contro la cosiddetta dittatura progressista spagnola. Il proliferare del “politically correct” stimola la sovversione alla realizzazione dell’inclusione attraverso imposizioni. Vox propone di abrogare le leggi sui diritti dei transgender, sull'aborto e su quello che chiamano “fanatismo climatico”.
Questa espansione delle norme, che invadono campi sempre più percepiti come privati, rappresenta il segno di una profonda crisi culturale, che nell’imporre il rispetto di una moltitudine di diversità che compongono l’utenza globale, creano tali e tante barriere da impedire qualunque azione, generando la voglia di far saltare il banco.
La frammentazione dei media prodotta da Internet guida il processo, sminuzzando le cose in pezzi (prevalenza dei meme) e consentendo e anzi talvolta richiedendo una maggiore letteralità. Ma c’è anche dell’altro: in un mondo che nella sua apertura fa convivere (anche solo online) persone che non possono basarsi su una cultura condivisa, l'immigrazione e l'assimilazione sono processi sempre più complessi e le culture chiuse (come quella giapponese) sembrano precursori di tendenze più ampie.
Gli autistici se la cavano meglio nel mondo contemporaneo, ma la “normativizzazione” di tutti i comportamenti mette a disagio la maggior parte delle persone, come spiega il politologo Olivier Roy nel suo “Impero delle norme”. L'obiettivo del linguaggio diventa quello di evitare ogni fraintendimento, e quindi fare riferimenti a concetti acquisiti impliciti che potrebbero non essere necessariamente condivisi diventa un errore di relazione. Fare battute umoristiche, senza una cultura condivisa, genera irritazione, e persino le emozioni devono essere immediatamente comprese dai destinatari, pertanto devono restare in un codice preconfezionato (ad esempio le emoji).
I partiti conservatori rievocano un passato più semplice, dove non era richiesto spendere enormi energie per badare a questioni di identità individuale, sessuale, o etnico-razziale. Una proposta politica che si rivela popolare, soprattutto tra i giovani, perché soddisfa la voglia di certezze: il passato è immutabile e dunque certo.
Tra pandemia, guerra in Ucraina, inflazione e crisi degli alloggi, l’incertezza del futuro è per molti terrorizzante, e questi partiti di estrema destra, con le loro agende volutamente retrograde, risultano molto attraenti.
I sondaggi suggeriscono che i seggi del Parlamento europeo cambieranno non poco: la destra (rappresentata dal gruppo ECR - European Conservatives and Reformists, insieme al gruppo ID - Identity and Democracy) potrebbe salire a 150 seggi, rispetto ai 118 ottenuti nel 2019, mentre il gruppo dei Verdi scenderebbe da 72 a 58. Sinistra e SocialDemocratici perderebbero anche loro qualche seggio, come anche i Liberal Democratici di Renew Europe che da 102 scenderebbero a 84.
Si prospetta un forte spostamento del baricentro nel Parlamento europeo, con un effetto a catena sulla politica europea in generale: ad esempio, se si formerà un gruppo parlamentare unico a destra, Giorgia Meloni (che fa parte di ECR, ma cerca di tenere una linea moderata) si troverebbe a dover scegliere tra Ursula von der Leyen (PPE), in coalizione coi socialdemocratici (a cui aderisce il PD), e appoggiare Marine Le Pen (ID, gruppo a cui appartiene anche la Lega).
In generale, alzando lo sguardo oltre le questioni italiane, sarà molto più difficile per la Commissione Europea raccogliere maggioranze per l'espansione dei poteri di Bruxelles o la lotta al cambiamento climatico.
Il dilemma OPEC
Questa settimana l'Opec+ ha esteso alcuni tagli alla produzione fino al prossimo anno, ma in realtà ha fatto due cose diverse: da un lato hanno prorogato fino alla fine del 2025 due serie di tagli alla produzione che sarebbero dovuti scadere alla fine di quest'anno. Ma allo stesso tempo hanno annunciato che una parte separata di tagli (circa 2 milioni di barili al giorno), viene prorogata solo fino a settembre, per poi ripristinare l'offerta nei 12 mesi successivi.
Questo ha fatto scendere il prezzo del petrolio per la prima volta sotto gli 80$/barile quest’anno. L’interpretazione del mercato è che l'Opec che non può più permettersi di continuare a ridurre la produzione e che sta virando strategia: l'ascesa dello scisto e delle trivellazioni offshore negli Stati Uniti sta rendendo più difficile per il cartello petrolifero rimanere dominante.
Anche se ancora oggi l’OPEC ha più capacità di chiunque altro di aumentare o ridurre l'offerta, negli ultimi 12-18 mesi l'aumento della produzione da parte di altri Paesi non Opec (Stati Uniti, Canada, Guyana, Brasile) è stata la variabile determinante: mentre l'Opec ha ridotto la produzione, ha visto contrarsi la sua quota di mercato.
Guardando al futuro, l'Opec si rende conto che se continuasse a tagliare, più che far salire i prezzi, cederebbe spazio a questi altri attori. L’obiettivo di raggiungere stabilmente i 100 dollari al barile viene rimandato a data da destinarsi, è più urgente mantenere la leadership gestendo attivamente il mercato finché potranno.
Cercasi miniere
Nelle scorse “settimane dell’Alieno” abbiamo parlato di come il tentativo di acquisizione della rivale Anglo American da parte di BHP sia fallito, ma i prezzi delle azioni dell'industria mineraria sono saliti, attirando l'attenzione sul ruolo critico che deve svolgere nell’ottica della decarbonizzazione globale.
Convertire questa attenzione in sostegno finanziario per produrre il metallo richiesto per le infrastrutture rinnovabili sarà il prossimo step di questa storia.
Finora abbiamo assistito, nel settore minerario e in quello dell’energia tradizionale, a svariate operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) che non aumentano la quantità di prodotto (energia o metallo) disponibile sul mercato, mentre la carenza (specialmente di rame) sarà particolarmente grave con l'intensificarsi dell'elettrificazione e le nuove miniere in fase di sviluppo sono pochissime.
La ragione è che le regole correnti penalizzano chi apre nuovi impianti produttivi inquinanti (e l’energia tradizionale, come il settore minerario, sono attività inquinanti), pertanto il solo modo di espandere la propria capacità produttiva è quello di comprare un’azienda rivale. In prospettiva si creano degli oligopoli con forti poteri sul prezzo del bene.
Inoltre la ricerca e lo sviluppo di giacimenti (petroliferi o minerari) richiede tempo e denaro. Per le nuove miniere di rame servono almeno 10 anni dai primi passi alla produzione, per esempio. Concentrarsi sull'aumento dei rendimenti delle attività esistenti piuttosto che perseguire nuovi progetti è più remunerativo e meno penalizzato dalle norme, insomma.
La transizione energetica può trasformare industrie inquinanti, per le quali nessuno vorrebbe lavorare, in soggetti essenziali per ridurre le emissioni mondiali di CO₂ : servono una serie di minerali e i governi occidentali, che per molti anni hanno ignorato l'industria mineraria, hanno iniziato a capire l'importanza di sviluppare e mantenere forniture sicure di metalli e minerali.
Che succede in OpenAI?
L'azienda leader nel settore dell'intelligenza artificiale è alle prese con disaccordi interni tra i massimi dirigenti. L'anno scorso ha perso per qualche giorno il suo amministratore delegato, Sam Altman. Poco dopo è tornato in sella, ma le controversie continuano a spingere i dipendenti più importanti ad abbandonare.
Ilya Sutskever, uno dei co-fondatori di OpenAI, era anche responsabile della progettazione di sistemi di intelligenza artificiale futuristici, della loro realizzazione e della loro sicurezza. Era una delle persone che hanno cercato di estromettere Sam Altman dalla sua posizione di amministratore delegato e ha lasciato l’azienda.
Jan Leike, che si occupava della gestione e del controllo dei futuri strumenti di intelligenza artificiale che stavano costruendo e lavorava a stretto contatto con Sutskever, insieme ad altri membri del suo team, se ne sono andati. Altri dipendenti, che lavoravano in aree correlate alle politiche di sicurezza, si sono esposte pubblicamente palesando perplessità.
Jan Leike, ad esempio, ha detto che la sicurezza, la cultura e i processi sono passati in secondo piano rispetto al marketing, da quando la società è passata da un approccio no-profit ad uno più orientato al business.
L’attenzione di Altman per la sicurezza dei sistemi di AI, intesa come tutela dell’utenza rispetto a ciò che la AI potrà generare, cambia a seconda dei contesti: pubblicamente ne parla con linguaggio severo e preoccupato, ma nel privato dell’attività aziendale la sicurezza sembra scivolare in basso nella lista delle priorità.
Altman ha proposto al governo americano di affidare a lui, e ad altri specialisti del settore, la scrittura delle regole per definire quali siano i confini entro cui la AI deve stare. Sarebbe un caso curioso di vigilato che scrive le regole al vigilante.
Ora vuole istituire una sorta di comitato per la sicurezza all’interno di OpenAI che esaminerà i processi in atto, in occasione del lancio un nuovo software, o di modelli più potenti e sofisticati. Di questa commissione fanno parte lo stesso Altman, alcuni altri membri del consiglio di amministrazione e alcuni dipendenti dell'azienda. E riferiranno essenzialmente al resto del consiglio. Si tratta quindi di una strategia di autogoverno. Alcuni ritengono che ogni limitazione alla AI si trasformi in stimolo competitivo-aggressivo che renderebbe le AI ancor più predatorie.
Si potrebbe dire che le competenze necessarie per accumulare denaro e influenza nella Silicon Valley non sono le stesse che servono per governare la AI in modo sicuro e responsabile.
OpenAI ha ancora un team che lavora per “tracciare, valutare, prevedere e proteggere dai rischi catastrofici posti da modelli sempre più potenti”. Ma Google DeepMind sta facendo molto di più in termini di ricerca sulla sicurezza delle AI. Mentre OpenAI gestiva i costi allontanando l'intero team di Leike e Sutskever, DeepMind ha pubblicato un rapporto di 273 pagine intitolato The ethics of advanced AI assistants.
Con occhi da studiosi dell’economia, stiamo assistendo in tempo reale alle difficoltà di crescita di una start-up rampante in uno spazio iper-competitivo: recentemente, Scarlett Johansson si è lamentata del fatto che OpenAI avrebbe copiato una versione della sua voce per le AI vocali e Altman si è in qualche modo scusato, ritirando il prodotto. Questi sono errori tipici delle aziende acerbe, aziende giovani e piccole commettono errori mentre cercano di crescere rapidamente e di competere contro gli “incumbent”. Ma OpenAI è già sul grande palcoscenico delle aziende a impatto sistemico e deve capire alla svelta a cosa dare priorità e come competere.
Il debito costa
La campagna elettorale di Rishi Sunak, in Inghilterra, si focalizza sulle 2000 sterline per famiglia di nuove tasse che il leader laburista Keir Starmer dovrebbe introdurre quando verrà nominato premier.
Nei piani di spesa di Keir Starmer c'è un buco fiscale di 38 miliardi di sterline, e siccome ha giurato di non contrarre la spesa, questo buco dovrebbe essere compensato da aumenti delle tasse.
In Inghilterra, come in molte altre parti del mondo, i partiti conservatori sono passati dall'essere “Legge e Ordine” all'essere la forza politica di chi infrange le regole e rompe gli schemi per fare cose anti-sistema: lo si è visto con Brexit, lo si vede con i Repubblicani negli USA, lo stesso accade in Francia, i Spagna e in Italia, dove le tasse vengono definite “pizzo di Stato” dal premier.
Le tasse sono un elemento molto importante per l’orientamento degli elettori, ma la conclusione evidente che si trae dai fatti è che gli attuali livelli di spesa richiedono più tasse per essere sostenuti. La Realtà è come un’onda che sbatte in faccia ai naviganti, che vogliano vederla o no. Ne abbiamo parlato anche in Economia per Tutti:
Vincitori e perdenti
Dopo una lunga fase di tassi globali a zero, una pandemia ha stravolto le abitudini di vita e di consumo per qualche tempo, per poi provocare un rapido e portentoso ritorno a vecchie abitudini. La selezione darwiniana è stata brutale: molte aziende non hanno avuto la capacità di adattarsi a scenari così variabili. Oggi molti “covid trade” sono completamente abbandonati dagli investitori: da Zoom alle cyclette tecnologiche di Peloton, Pfizer è arrivata a perdere quasi due terzi del valore rispetto ai massimi raggiunti a fine 2021.
Le aziende di food delivery (Deliveroo, Just Eat Takeaway, Delivery Hero e DoorDash) hanno accumulato un totale di circa 20 miliardi $ di perdite operative da quando sono state quotate in borsa. Un altro dei modi di vedere come aziende che hanno prosperato durante il periodo del denaro a basso costo, ora stiano lottando con una realtà poco gradevole.
Il modello si basava essenzialmente sul bruciare cassa per cercare di crescere velocemente. Ora, in quest'epoca di tassi d'interesse più elevati, la sola prospettiva di crescita non basta, bisogna garantire la redditività, un ritorno sul capitale investito.
Consegnare panini e pizze non basta, queste società dovranno diventare piattaforme pubblicitarie per i ristoranti vendendo visibilità sulle loro app. e poi dovranno ridurre i costi, selezionare in quali mercati restare attivi, consolidando per evitare che la troppa concorrenza riduca eccessivamente i margini oppure acquistando un concorrente molto più piccolo in un altro mercato in modo da avere una fetta maggiore della torta. Esistono diverse strategie per queste aziende per diventare più dominanti nei diversi Paesi in cui operano.
L’Antitrust ha fretta
L'antitrust statunitense esaminerà “con urgenza” il settore dell'intelligenza artificiale: pochi grandi player rischiano di prendersi tutto il mercato.
Lo spettro d'indagine comprende tutto, dalla potenza di calcolo ai dati utilizzati per addestrare gli LLM, dai fornitori di servizi cloud, ai talenti ingegneristici e all'accesso all'hardware essenziale come le GPU.
Le autorità di regolamentazione temono che nel settore AI si sia già a una situazione limite di scarsa concorrenza, di qui l'urgenza. Una lettura ottimista è che un intervento tempestivo può essere meno invasivo.
Chiaramente in presenza di stimoli pubblici (nel Chips Act sono stanziati 39 miliardi $) e di una domanda dilagante, bisogna verificare che le aziende continuino a massimizzare la redditività e generare valore per gli azionisti, anziché sfruttare il contesto per limitare la concorrenza.
C’è Modi e modo di governare in India
Il primo ministro indiano Narendra Modi avrà un terzo mandato, ma non con il margine previsto: il suo partito al governo, il BJP, non avrà la maggioranza e la sorpresa si è riversata anche sul mercato azionario: nel giorno dello spoglio, la borsa indiana ha segnato -6%.
Per la prima volta da quando è salito al potere nel 2014, Modi non avrà la maggioranza assoluta in parlamento e dovrà trovare supporto in una coalizione, diluendo il suo programma per ottenere il necessario supporto esterno. Il governo Modi è stato sempre business-oriented, ma ha avuto un approccio quasi autoritario. Ora la governance in India torna al 2014, con più mediazioni coi partiti piccoli, e più volatilità e instabilità.
Il BJP è comunque ancora di gran lunga il partito con più seggi in parlamento ed è quasi certo di formare il prossimo governo. E nelle prossime settimane ci potrebbero essere defezioni dai banchi dell'opposizione verso il BJP, accade dopo ogni elezione in India.
Nvidia
Il chipmaker Nvidia è ora la seconda azienda di maggior valore al mondo. La sua valutazione di mercato ha superato i 3mila miliardi $ e ha sorpassato Apple. Microsoft è ancora al primo posto.
Le azioni Nvidia hanno avuto una performance incredibile: in 12 mesi +260%, grazie alla crescente domanda di chip AI, di cui Nvidia è quasi monopolista (almeno finché l'antitrust di cui si parlava più sopra non interverrà).
Nvidia è responsabile di più di un terzo della crescita di capitalizzazione realizzata quest'anno dall'S&P 500.
Curiosità
Nei primi anni 2000 era di gran voga l’idea che il capitale non dovesse produrre reddito, per garantire minori disuguaglianze. Piketty è diventato una star nel suo “Capitale del XXI secolo”. Da uno studio di Econometrica emerge però che i tassi fino a zero e sottozero, che abbiamo sperimentato, sono stati generatori di disuguaglianza. Inoltre, come mostra una diversa ricerca di Harvard, a propria volta la disuguaglianza esercita una pressione al ribasso sui tassi di equilibrio.
Due forze che si alimentano reciprocamente rappresentano un problema quando si ambisce a un sistema in controllo.
Chi assume personale sa che spesso la selezione è più importante degli incentivi ex post. In altre parole, bisogna far entrare le persone giuste in azienda. E le persone giuste possono essere molto difficili da trovare e attrarre. L’immigrazione sostenibile funziona in modo simile: posto che l’immigrazione oltre che necessaria è inesorabile, su quale base selezionare le persone che arrivano nel Paese? Meglio offrire loro un'opzione a basso rischio, più sicura, più egualitaria e con meno rischi, o la struttura di incentivi che attira le persone più ambiziose e che lavorano di più?
Trascorrerò questo weekend a Venezia, quindi il mio saluto in musica ve lo faccio con la melodia di Fauré intitolata Shylock, il nome dell'indimenticabile protagonista del “Mercante di Venezia" di Shakespeare