La demografia è lo studio delle statistiche relative alle popolazioni e, come ogni statistica può essere interpretata in molti modi diversi. Ma la demografia dà forma al mondo e dà uno sguardo al nostro futuro più lontano.
Cominciamo con il quadro generale: la maggior parte dei Paesi più ricchi sta invecchiando piuttosto rapidamente, mentre i tassi di natalità diminuiscono. In effetti, il tasso di fertilità medio dell'OCSE è sceso da circa 2,8 bambini per donna negli anni '70 a 1,6 nel 2019. E questo è ben al di sotto del tasso di sostituzione.
Quindi l'effetto sulla forza lavoro è piuttosto pronunciato: da un lato ci sono i baby boomer che vanno in pensione, dall'altro ci sono meno giovani che entrano nel mondo del lavoro. Questo comporta una serie di problemi, dalla contrazione del mercato del lavoro, alla riduzione della base imponibile, alla crescente pressione sui sistemi sanitari.
L’equilibrio della spesa tra Sanità, Istruzione e Previdenza rischia di pendere troppo su quest’ultima, a detrimento delle nuove generazioni. Se poi, per effetto delle diseconomie di una demografia sbilanciata, una quota crescente di giovani più qualificati coglie le opportunità sui mercati del lavoro esteri, ecco che la traiettoria del paese prende indirizzi inquietanti.
Il problema principale con la demografia è che la sua traiettoria non è facile da correggere. I governi in genere non hanno molto successo nel cercare di incoraggiare le persone ad avere più figli, che per la maggior parte delle persone è una decisione molto complessa basata sulle prospettive di vita, sullo stato emotivo, sulle finanze, sulla situazione familiare, ecc.
L'altra opzione è l'immigrazione: fa aumentare la popolazione attiva, riduce la carenza di competenze e stimola la crescita economica. Gli immigrati tendono a essere più giovani e più sani della popolazione nazionale, e hanno maggiori probabilità di essere contribuenti netti delle finanze pubbliche.
Molte delle aziende più innovative del mondo sono state fondate da immigrati di prima o seconda generazione: Apple, Google, Tesla, BioNtech…
Il successo economico degli Stati Uniti negli ultimi due secoli deriva essenzialmente dall'apertura all'immigrazione. Persone ambiziose e laboriose provenienti da tutto il mondo si sono riversate lì con la promessa di uno stato di diritto e la possibilità di arricchirsi. E se si riesce ad attirare persone da tutto il mondo che sono attratte da queste cose, allora si ha la stoffa per un'economia dinamica e stimolante.
Ma il problema è che, nonostante tutti gli aspetti positivi, l'immigrazione è profondamente impopolare presso molti elettori. Le politiche governative lo riflettono, con restrizioni irrazionalmente rigide sull'immigrazione piuttosto comuni in tutto il mondo. La Brexit e Trump sono stati entrambi guidati in gran parte dalla retorica anti-immigrazione.
Quindi, se le persone fanno meno figli e non vogliono che gli immigrati vengano a colmare il vuoto, allora rimane solo una speranza per le società che invecchiano. I robot. Come in Giappone, dove il problema dell'invecchiamento della popolazione è enorme (Dal 2016, la vendita di pannolini per adulti ha superato quella per bambini, in Giappone) e si unisce a politiche di immigrazione molto stringenti.
Robot-camerieri, assistenti-robot, robot-poliziotto, robot da compagnia… La maggior parte di questi robot è ancora piuttosto elementare, ma questa è la direzione in cui vanno le cose.
C'è un'altra questione interessante in Giappone di cui dovremmo parlare: la mancanza di eredi nelle aziende. Per giunta in un paese in cui c'è una forte cultura di trasmissione delle imprese attraverso le generazioni: la più antica azienda ancora in attività al mondo è la Kongo Gumi, un'impresa di costruzioni fondata più di 1400 anni fa; e la più antica azienda indipendente ancora in attività è un hotel con sorgenti termali chiamato Nishiyama Onsen Keiunkan, che è stato gestito ininterrottamente da 52 generazioni della stessa famiglia per oltre 1.300 anni!
La coorte più numerosa di proprietari di aziende in Giappone è quella dei 69enni, e molti di loro non hanno figli, o almeno non hanno figli interessati a rilevare l'attività, e quindi devono andare a cercare nuovi eredi. Dato che siamo nel 2022, è nata una app per trovare eredi. Si chiama Tranbi ed è una "piattaforma di M&A per la successione" che aiuta a mettere in contatto gli anziani proprietari di aziende con persone più giovani che potrebbero subentrare.
Al contrario, il Paese europeo con la più alta percentuale di residenti nati all'estero è il Lussemburgo, con quasi la metà della popolazione, ma dietro di loro c'è la Svizzera, con circa il 30%.
Negli Stati Uniti il livello di immigrazione è diminuito drasticamente dal 2017, quando Trump ha inasprito il processo di rilascio dei visti. Poi è arrivata la pandemia e l'elaborazione dei visti si è praticamente fermata ed è ancora molto lenta, con un arretrato di diversi milioni di pratiche.
E questo aiuta a spiegare perché il mercato del lavoro negli Stati Uniti sia ancora sbilanciato con molti più posti di lavoro disponibili rispetto ai pochi in cerca di attività: se l'immigrazione fosse rimasta ai livelli pre-Trump, negli Stati Uniti ci sarebbero 2,4 milioni di immigrati in età lavorativa in più.
Ma perché il tasso di natalità è diminuito nel tempo?
Il miglioramento delle prospettive di carriera per le donne, la disponibilità di contraccezione e altri elementi sono stati analizzati dalla recente vincitrice del premio Nobel per l’Economia, Claudia Goldin, che si è concentrata nella ricerca, sintetizzata in questo paper, sull’impatto sociologico della pillola contraccettiva, inducendo a considerare quanto lo sviluppo tecnologico cambi la società (e non viceversa).
Ma anche la politica monetaria ha giocato un ruolo.
40 anni di tassi di interesse sempre più bassi, hanno fatto aumentare i prezzi delle case e li hanno tenuti alti, questo ha favorito i più anziani che possiedono la maggior parte degli immobili. Inoltre l’acquisto di una prima casa è diventato negli anni molto più impegnativo (il semplice rapporto fra salario medio e costo al metro quadro lo dice chiaramente) o quasi inaccessibili per un gran numero di persone. E senza la sensazione di sicurezza e i benefici finanziari che la proprietà di una casa comporta, le persone si sentono meno a loro agio nell'avere figli.
In sostanza dovremmo probabilmente considerare il Quantitative Easing, tra le altre cose, anche come un contributore all’invecchiamento della popolazione; un altro passo nel lungo percorso di piena comprensione degli effetti di una politica monetaria eccezionale.
La politica, comunque, può fare anche peggio: senza doversi riferire agli incentivi dei tempi del fascismo, quando si volevamo irrobustire le fila delle “truppe dell’Impero” o ad Hamas che chiede di far figli così da poterli rendere martiri della jihad, si può pensare al caso della Cina dove, per controllare la demografia in un paese costretto a tenere un ritmo di crescita troppo elevato imposto dal ritmo di nascite, fu introdotta la “one child policy” che ha fatto veri e propri disastri:
Il rapporto fra maschi e femmine, in Cina, è totalmente sbilanciato, peraltro le poche ragazze si sono polarizzate nelle grandi città, dove il “potere di mercato” determinato dalla loro rarità, poteva massimizzarsi. Quindi nelle aree rurali, quelle in cui sarebbe più facile avere una natalità più elevata, la sproporzione raggiunge il livello di 5 uomini per ogni donna.
L’idea più recente è di “importare” mogli dall’alleato russo, che al contrario sta mandando i giovani uomini a morire in Ucraina ed ha un esubero di nubili e giovani vedove. E c’è ancora qualcuno che dice che gli piacerebbe avere leader con Xi Jinping o Putin…
Interessante il caso della compagnia giapponese! Ti lascio un altro pezzo sul Giappone, peraltro più generale credo: i giovani sono in generale gli imprenditori più azzardati, cioè quelli che fanno i progetti che faranno una differenza. In Giappone si parla dei decenni persi (1990-2010) quando il tasso degli imprenditori e in caduta libera. Cioè praticamente c’è un link tra demografia e tasso d’innovazione e dunque produttività aggregata che non ho visto prima. Lo descrive bene questo https://www.nber.org/papers/w20506
A me e' venuta in mente una riflessione sulla minore disponibilita' di giovani nel mondo del lavoro, solo un'idea non l'ho approfondita.
Mi sono detto che in una societa' che invecchia, i lavori ben retribuiti diminuiscono molto meno rapidamente della disponibilta' di giovani che possono volerli compiere.
Certi lavori come medici o altri professionisti( giusto degli esempi), saranno necessari in numero stabile per un tempo lungo a sufficienza da permettere ad un gran numero di giovani di trovare occupazioni mediamente migliori delle generazioni precedenti che progressivamente lasceranno posti liberi. Qua ci sarebbero da fare i conti ma se aumentano i vecchi e diminuiscono i giovani.. in piu' c'e' anche il discorso delle eredita' che anche quelle cominceranno ad piramidificarsi.
Insomma nuovi giovani tutti gran signori a patto che siano preparati per cogliere le occasioni.