La settimana dell'Alieno #55
Rassegna delle notizie economico-finanziarie del 01-04 luglio 2024
Borse: resoconto di metà anno
L'indice S&P 500 è salito del 15% circa nella prima metà di quest'anno. Non è cosa da poco, considerando soprattutto che all'inizio dell'anno si pensava a sei tagli dei tassi, e questa aspettativa si è progressivamente ridotta a un taglio solo. Tempo addietro questo avrebbe provocato una discesa dei mercati azionari, ma il processo di “normalizzazione” delle Banche Centrali sta evidentemente dando i suoi frutti: le borse salgono perché l’economia tiene e gli utili aziendali sono buoni. L’era delle borse che salgono perché giungono brutte notizie dall’economia per ora sembra archiviata.
Vero è che alcuni titoli chiave hanno sovraperformato completamente. Se l’indice S&P 500 è salito del 15%, Nvidia è salita del 150%. Quindi, senza i guadagni di titoli come Nvidia e di un paio di altri titoli importanti come Apple e Microsoft, che pesano molto sul totale, l'indice non avrebbe fatto così bene.
Cosa succede se titoli come Nvidia, e altri che hanno guidato gli indici, iniziano a scendere? Se questa discesa arrivasse da una frenata dell’economia, allora arriveranno i tagli dei tassi, e sarebbe il momento giusto per le small cap, un ambito molto trascurato negli ultimi tempi.
Gli altri indici azionari, in questo primo semestre:
Nasdaq +18%
Eurostoxx +9% (come le performance singole di Parigi, Milano o Francoforte)
Nikkei +18%
CSI300 (Cina) +1%
Per il mercato obbligazionario, in particolare per i titoli di Stato, tutto ruota intorno alla politica monetaria. La riduzione dei tagli attesi significa che i rendimenti sono aumentati, il risultato in termini di performance da inizio anno è vicino a zero, per effetto della compensazione fra prezzi dei titoli in calo e l’incasso di cedole che, dopo i rialzi dei tassi degli ultimi due anni, sono tornate a significare qualcosa.
Primo turno in Francia
Marine Le Pen festeggia la vittoria dell’estrema destra al primo turno delle elezioni parlamentari. La vittoria del suo partito non è stata una sorpresa. Gli elettori francesi si sono spostati a destra negli ultimi anni e i sondaggi avevano previsto una vittoria del suo partito, il Rassemblement National o RN. Con una affluenza record il partito di Le Pen ha ottenuto più di un terzo dei voti; la prossima settimana ci sarà un secondo turno elettorale.
Ma questo primo turno dice che il vento sta cambiando nella politica francese: anche se meno devastante del dato registrato alle elezioni europee è sorprendente vedere il RN a questi livelli. Il voto indica che abbiamo la società francese si sta spostando a destra su molte questioni come l'immigrazione, la criminalità e la sicurezza. L'elettorato chiede controlli più severi e un approccio più autoritario alla sicurezza.
E non accade solo in Francia: l’estrema destra sta salendo in tutta Europa. E anche negli Stati Uniti si assiste al ritorno delle forze populiste, con Donald Trump.
Se il parlamento francese sarà appeso, con tre blocchi, Parigi avrà un governo di condivisione del potere, che in Francia si chiama coabitazione, una formula molto instabile. Il RN è un partito euroscettico: non chiede l’uscita dall'Unione Europea, ma di eliminare molti aspetti del diritto e della regolamentazione dell'UE. Dicono di non voler entrare in guerra con Bruxelles, ma le loro proposte politiche equivarrebbero a dichiarare guerra a Bruxelles. L’obiettivo politico è quindi creare una collisione con la UE.
Il ventottenne Jordan Bardella diventerà primo ministro se otterrà la maggioranza assoluta. Sarebbe una cosa davvero sorprendente, senza precedenti nella storia moderna della Francia: l’unico governo di destra in Francia risale ai tempi del collaborazionismo di Vichy.
Dopo l’aumento dello spread tra le obbligazioni francesi e quelle tedesche e il sell-off delle azioni francesi da quando sono state indette le elezioni anticipate, frutto dell'avversione degli investitori per l'incertezza politica, è arrivato un rimbalzo: la vittoria della destra non è abbastanza grande da impedire la coabitazione, cosa che smusserà gli spigoli che il RN poteva avere in programma di indossare. Un rimbalzo, però, durato mezza giornata, i mercati sono rimasti guardinghi in attesa dell’esito del secondo turno, nell’incipiente weekend.
I mini dazi
I rivenditori online cinesi sono diventati popolarissimi per i loro prodotti a basso costo e la Commissione europea vuole imporre dazi all'importazione su queste merci. L'obiettivo è quello di rallentare l'ingresso nel blocco di quelli che vengono considerati prodotti scadenti. La Commissione UE proporrà questo mese di eliminare la soglia che consente di acquistare in esenzione doganale tutto ciò che non supera i 150 euro. Si pensi alle magliette o agli orsacchiotti di peluche. La Commissione ha già proposto questa soluzione l'anno scorso, ma la prossima consultazione potrebbe accelerare i tempi e l'eliminazione di questa soglia di 150 euro potrebbe fare la differenza per il blocco. L'anno scorso sono stati importati nell'UE poco più di 2 miliardi di articoli di questo tipo.
Tassare le emissioni
La Danimarca ha deciso di agire per le flatulenze delle mucche, tassando gli allevatori di bestiame per ridurre le emissioni di gas serra. Si tratta di circa 100 euro all'anno per ogni mucca dal 2030. E aumenterà nel tempo. Anche la Commissione europea sta studiando come fare qualcosa di simile. La proposta riguarda tutto il bestiame (anche gli ovini e i suini), per far contribuire alla riduzione di emissioni anche il settore dell'agricoltura.
Non molto tempo fa gli agricoltori protestavano contro le normative ambientali in tutta Europa. E questa nuova tassa è già stata bollata come una follia, un rischio sui prezzi del cibo e sulla sicurezza alimentare, considerazioni non irrilevanti. Se l'agricoltura diventerà meno redditizia, avremo una minore produzione di cibo, e per mantenere i margini queste tasse dovranno scaricarsi sui prezzi ai consumatori, o abbassando gli standard id qualità dei prodotti.
Immigrazione vs Clima
L’attenzione generale si è chiaramente spostata dalle questioni climatiche all’immigrazione. Specialmente tra i giovani, quelli che pochi anni fa sfilavano per “Friday for future” dietro l’immagine di Greta, oggi vedono una minaccia diversa per il loro futuro.
Gli effetti dell'immigrazione sui salari se esistono sono positivi, per quanto riguarda la criminalità se esiste una correlazione questa è negativa: un maggior numero di immigrati spesso si abbina a un tasso di criminalità in calo. Gli immigrati, compresi quelli meno qualificati, portano contribuzione fiscale diretta (lavoro) o indiretta (consumi). E con i tassi di natalità in calo, l'immigrazione diventa una necessità.
Quando ero bambino ricordo una ostilità diffusa per gli immigrati che dal Meridione venivano al nord in cerca di lavoro, portandosi parlate poco comprensibili con accenti “strani” e atteggiamento di aggregazione in micro-comunità. Dubito che oggi pensando al bilancio del travaso di “terroni” la maggioranza pensi che sia stato un bilancio costi-benefici negativo. Ma quando si tratta di trasferire l’esperienza passata al futuro subentrano le incertezze (di cui il futuro è pieno) e le percezioni.
In Francia, paese etnicamente ben più condizionato dal passato coloniale, la questione immigrazione è parte della ricetta vincente della destra. Lo stesso vale per Trump negli USA. In Olanda Wilders ha vinto parlando quasi esclusivamente di immigrazione e anche Afd in Germania cavalca alla grande il tema.
Tutta questa dialettica si alimenta dalle disuguaglianze: l’immigrato diventa colui che minaccia di ridurre le disuguaglianze che avvantaggiano la classe media, mentre quelle che la penalizzano (i privilegi delle élite) sembrano fuori controllo. Ecco che diventa gioco facile parlare di lotta al cambiamento climatico come di un costoso capriccio di chi vive nelle ZTL, che costringe una classe media vessata a cambiare l’auto e provoca un aumento del costo della vita.
Si potrebbe dire, con sintesi molto pratica, che il vero contraccolpo negativo dell’immigrazione è quello politico, perché porta a una deriva becera dei contenuti del dibattito.
Immunità trumpiana
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che Donald Trump gode di un'ampia immunità dai procedimenti penali. Si tratta di una decisione storica, che avrà enormi implicazioni: gli ex presidenti sono protetti e tutelati da azioni penali per tutti i loro atti ufficiali. L'immunità esecutiva è sempre esistita ma limitatamente ai poteri costituzionali riservati esclusivamente al ramo esecutivo, o ai poteri condivisi o delegati dal ramo legislativo.
Il presidente deve poter agire nell'ambito della sua carica senza temere di essere perseguito per motivi politici dopo aver lasciato l'incarico; ma il presidente non può nemmeno essere "al di sopra della legge". La Corte Suprema americana ha quindi sancito che
"Tenendo conto di queste considerazioni contrastanti, i principi della separazione dei poteri richiedono almeno una “immunità presuntiva” dalle azioni penali per gli atti di un Presidente entro il perimetro della sua responsabilità ufficiale".
Non ci sarà, invece, alcuna protezione per gli atti privati.
Ciò significa che l'accusa federale per Trump di aver cercato di rovesciare l’esito delle elezioni presidenziali del 2020 richiederà che i tribunali ordinari dovranno prima classificare la presunta cattiva condotta di Trump come atto ufficiale o privato. La domanda chiave per il caso di Trump è se la sua condotta tra dicembre 2020 e gennaio 2021 sia stata una "condotta ufficiale".
Solo a quel punto il processo, nel caso sia considerato atto privato, potrà prendere il via, il che significa che un verdetto su questo caso prima del voto delle elezioni presidenziali di novembre è molto, molto improbabile.
Il presidente della Corte Suprema John Roberts ha dato una sorta di guida su come classificare gli atti ufficiali o non ufficiali. Alcuni degli esempi che ha fornito sono stati, per esempio, le conversazioni di Trump con il procuratore generale degli Stati Uniti ad interim in relazione alle elezioni del 2020 potrebbero essere caratterizzate da un rapporto ufficiale, mentre ha suggerito che altre azioni che coinvolgono Trump e che sono state dettagliate nell'accusa potrebbero avere una definizione meno chiara, e questo include cose come i suoi commenti al pubblico o il modo in cui ha interagito con i funzionari statali.
Will Scharf, avvocato di Donald Trump, non ha perso un attimo: l’ex presidente sta affrontando quattro accuse relative al suo presunto tentativo di rovesciare i risultati delle elezioni del 2020. Il team di Trump avrebbe creato e presentato certificati fraudolenti per affermare falsamente che Trump aveva vinto il voto del Collegio Elettorale in alcuni Stati, al fine di capovolgere la vittoria del Presidente Joe Biden. L’avvocato si è affrettato a spiegare che queste certificazioni fasulle sono chiaramente atti ufficiali e non atti privati e dunque coperti da immunità.
Questa decisione, a prescindere dalle imminenti elezioni presidenziali, fisserà i confini della responsabilità presidenziale per anni. La tesi della Corte Suprema è che questo tipo di immunità agli ex presidenti per le azioni compiute quando erano in carica, li solleva dal timore di potenziali azioni penali una volta lasciata la carica, facendogli svolgere il loro lavoro in modo adeguato. Ma i tre giudici che si sono espressi in maniera contraria ricordano che questo va completamente contro la Costituzione degli Stati Uniti, perché si abbatte completamente il concetto che nessuno è al di sopra della legge.
Giappone
Le banche locali giapponesi stanno perdendo clienti. La contrazione della popolazione e la concorrenza per loro è sempre più aggressiva: i giovani che si trasferiscono nelle grandi città aprono conti bancari presso una banca online o una delle banche principali.
Si tratta di banche piccole, ma ben capitalizzate. Le autorità cercheranno di spingerle a difendersi a vicenda attraverso fusioni, formando agglomerati più corposi. Il governo giapponese si è sempre preoccupato della forza delle banche locali e per la qualità degli attivi di questi istituti di credito.
Dopo un lungo periodo in cui il Giappone ha cercato di tenere in vita aziende-zombie, ora molte aziende fondate da persone che ormai hanno settanta o ottant'anni vanno verso la chiusura, in una sorta di declino progressivo e controllato. Sarà importante per il governo riuscire a mantenere il controllo su questo aspetto senza che si verifichi una sorta di panico o una corsa alle banche o qualcosa di simile.
Lo Yen, intanto, è arrivato a -31% contro il dollaro da fine 2021 a oggi. Questo ha spinto l'inflazione giapponese (aumento costo import) stabilmente sopra il 2%, i cittadini soffrono e monta la pressione politica per un cambio nella politica monetaria eccessivamente allentata. Cosa può fare il Giappone?
Se manterranno bassi i tassi a lungo termine per consentire al governo di finanziare la sua montagna di debito (255% del PIL) lo yen continuerà a scivolare. Se invece inaspriscono i tassi per sostenere lo yen, si troveranno ad affrontare una crisi di finanziamento fiscale.
Il Giappone si trova nel peggiore dei due mondi: i rendimenti dei titoli di Stato stanno salendo (sono ai massimi da 13 anni), e lo Yen continua a indebolirsi a causa dei deflussi da parte degli investitori al dettaglio giapponesi alla ricerca di un'adeguata remunerazione sui depositi.
Non potendo alzare molto i tassi d'interesse per arrestare la corsa dello yen, il Giappone "convincerà" le istituzioni giapponesi a rimpatriare i capitali dall'estero, invertendo i deflussi di capitale e stimolando la domanda interna di JGB, per limitare l'ascesa dei rendimenti.
Poi, se la Fed dovesse iniziare a tagliare, questo aiuterebbe. Infine, se eletto, Trump vorrebbe indebolire il $ per reindustrializzare l'economia statunitense: per lui evidentemente "America Great" significa una America operaia che si dedica a produrre per i consumi altrui, invece che viceversa.
Shell
Questa settimana Shell ha dichiarato che sospenderà a tempo indeterminato i lavori per un enorme impianto di biocarburanti nei Paesi Bassi. Doveva essere uno dei più grandi progetti di transizione energetica al mondo, e quindi si tratta di una battuta d'arresto per il mercato dei biocarburanti.
Nel 2021 Shell aveva dichiarato che sarebbe stato una parte fondamentale dei suoi piani per ridurre l'intensità di carbonio della sua produzione. In sostanza, avrebbe preso l'olio da cucina usato e altri rifiuti animali e li avrebbe trasformati in carburante sostenibile per l'aviazione e in biodiesel. Poi, all'inizio di quest'anno, hanno preso tempo fino "alla fine di questo decennio". Ma questa settimana la situazione si è evoluta ancora: progetto rimandato a data da destinarsi.
Il nuovo amministratore delegato di Shell si sta concentrando sulla creazione di valore per gli azionisti: vuole guardare davvero all'economia di queste cose e il mercato non è molto favorevole ai biocarburanti in questo momento.
I biocarburanti esistono da molto tempo. E in effetti, quando facciamo il pieno di gasolio o di benzina alle nostre auto, una certa percentuale è già costituita da biocarburanti. Alle compagnie petrolifere e alle raffinerie piacciono molto i biocarburanti, perché per produrli non è necessario modificare più di tanto le attrezzature. Sono più sostenibili. E non è necessario modificare il motore dell'auto o altro. In termini di raggiungimento degli obiettivi climatici, tutti pensano da tempo che i biocarburanti siano una buona idea. Il problema è che la concorrenza per produrli è molto folta. In Europa vengono importati molti biocarburanti dalla Cina, il che ha fatto crollare il prezzo del biodiesel. E questo ha fatto sì che molti di questi impianti non ci guadagnino abbastanza.
Tutte le grandi compagnie petrolifere hanno obiettivi climatici. E negli ultimi anni abbiamo visto tutte annunciare grandi cose sui biocarburanti. Ma ora stiamo raggiungendo la fase in cui si comincia a fare un po' di marcia indietro. Poco prima che la Shell facesse questo annuncio, la BP ha detto che avrebbe ridimensionato e forse messo in pausa alcuni progetti negli impianti esistenti. Probabilmente è la stessa cosa che si dice in molti posti.
I biocarburanti sono parzialmente vittime dell’inflazione: le normative spingono le aziende a produrli anche se sono più costosi del carburante convenzionale. Queste norme sono in vigore, ma cresce la perplessità sul fatto che le norme sopravviveranno: se l'opinione pubblica si indigna per i costi della transizione energetica, allora i politici potrebbero fare qualche passo indietro sui piani di incentivi.
Curiosità
Hai mai desiderato di essere un supereroe? Quanto pagheresti per un superpotere? In questo divertente (e interessante) studio si confronta il valore di quattro superpoteri: controllo della mente, volo, teletrasporto e forza fisica soprannaturale e il vincitore è… lo scoprirete nel documento.
Il boom dell'intelligenza artificiale sta mettendo in difficoltà l'industria musicale e YouTube (società del gruppo Alphabet-Google) sta cercando di approfittarne. Paga i diritti alle grandi case discografiche per alimentare ed istruire un generatore di canzoni dotato di intelligenza artificiale. L'azienda lo sta testando sulla sua piattaforma YouTube Shorts.
La AI può trasformare l'industria musicale, ma magari sarà una cosa che funziona più come un social media che come alternativa, in termini di catalogo, a Spotify o Apple Music, i servizi di streaming più affermati. Probabilmente la AI musicale sostituirà non tanto gli artisti veri (che hanno anche un rapporto empatico coi loro fan), ma la più costosa musica generica (come la musica degli ascensori o delle attese nei centralini) che può essere facilmente sostituita.
Michael Mauboussin, autore del libro L’investitore saggio, approfondisce il motivo per cui abbiamo difficoltà a comprendere il ruolo del caso.
"Il nostro modo di comprendere sta nel trovare la relazione tra causa ed effetto. Di conseguenza, vediamo il passato come qualcosa di inevitabile". Sviluppiamo spontaneamente determinismo , mentre esistono cose che dipendono dall’abilità e altre dal caso. E il fatto che il caso possa cambiare lo sviluppo atteso non riduce il valore di disporre di abilità.
Non so a voi, ma a me il caldo di questi giorni toglie energie e mette voglia di abbassare i ritmi. Così, il mio augurio di buon weekend in musica passa da una playlist delicata, melodica, sinuosa: