La settimana dell'Alieno #13
La rassegna delle notizie economico-finanziarie dal 28 agosto al 1 settembre 2023
Jackson Hole
I banchieri centrali di tutto il mondo hanno concluso il loro simposio annuale di economia a Jackson Hole, nel Wyoming, durante il fine settimana. L'inflazione fa meno paura di un anno fa, ma ora i banchieri centrali sono preoccupati per i cambiamenti strutturali che stanno sconvolgendo l'economia globale.
L'intervento principale è stato quello del presidente della Federal Reserve Jay Powell, centrato sul fatto che la lotta all'inflazione non è ancora finita. Un passaggio importante è stato quello sul target di inflazione, che Powell ha ribadito resta e resterà al 2%.
Diversi commentatori, anche molto autorevoli come il premio Nobel Paul Krugman, suggeriscono da qualche tempo di cambiare il target di inflazione portandolo al 3%, perché non sarebbe necessario arrivare al 2%, perché tornare al 2% non è possibile, perché è meglio evitare di stringere troppo le condizioni per l’economia, perché i timori dell’inflazione sono una storia vecchia… aggiungete ragioni a volontà.
Ci si dimentica che i mercati obbligazionari non sono finiti in una spirale violenta esattamente perché gli operatori sapevano che le Banche Centrali erano focalizzate sul loro obiettivo. Così il rendimento del titolo decennale USA è cresciuto "solo" del 2,65%, in un periodo in cui i tassi sono saliti del 5,25%. Cambiare target a seconda del contesto (o peggio, come resa di fronte all’impossibilità di raggiungerlo) toglierebbe credibilità a qualunque eventuale nuovo target.
Christine Lagarde, invece, ha fatto un intervento di respiro diverso:
Siamo di fronte a cambiamenti importanti. Uno è il cambiamento totale del mercato del lavoro. C'è un cambiamento totale nel futuro energetico che stiamo affrontando. E c'è un cambiamento totale nel modo in cui le forze geopolitiche organizzano le nostre economie. E dobbiamo affrontare ognuno di questi tre aspetti.
Proviamo a fare un esercizio di lettura tra le righe: il vero timore è che stiamo entrando in un periodo di shock di offerta più frequenti (e quindi di pressioni sui prezzi più persistenti). La conseguenza logica è una maggiore volatilità nei mercati finanziari, quindi per i banchieri centrali (così come per la politica) ci sarà un contesto più sfidante: nuovi schemi, nuovi modelli economici, ora che alcune delle relazioni economiche consolidate potrebbero non essere più valide, o venire alterate dalla geopolitica.
Artificial Intelligence: un futuro migliore
Il ruolo dell’AI nella società del futuro è uno degli interrogativi più scottanti del momento.
Per ora i mercati si sono molto concentrati sui “motori” della AI, prima di tutto i chip di Nvidia di cui abbiamo parlato molte volte. Fra un po’ bisognerà iniziare a pensare a quali settori potranno avere un beneficio di produttività da queste innovazioni.
Ad esempio la AI potrà aiutare nella prevenzione degli incendi, potrà collaborare con i reporter nel documentare i fatti, potrà rendere molto più coinvolgenti le esperienze di entertainment (a partire dai videogiochi). E potrebbe essere di grande aiuto nell’ambito medico, in particolare sulla diagnostica e nell’elaborazione (fino alla sperimentazione virtuale) di farmaci.
Nell'ultimo decennio chi ha registrato enormi investimenti da aziende del settore delle bioscienze (prodotti farmaceutici e dispositivi medici) è l'Irlanda, grazie ad un'aliquota fiscale molto bassa (anche se a breve dovrebbe salire l'aliquota al 15% dal 12,5%, contro una media OCSE del 21,5%), ma molte aziende americane del settore hanno messo la base europea in Irlanda anche per lavicinanza culturale, la lingua e l'approccio normativo dell'Irlanda, che ha offerto grande stabilità di politiche aziendali negli ultimi 30 o 40 anni.
L’intervista della settimana
Barry Eichengreen, professore di Economia a Berkeley, University of California, e ricercatore associato NBER ha espresso alcuni importanti concetti sulle prospettive del debito pubblico USA e della politica monetaria della Federal Reserve.
Relativamente all’elevato debito pubblico accumulato dagli USA, ha evidenziato che il riordino dei conti (riduzione della spesa e/o aumento delle imposizioni fiscali) avviene in due diverse condizioni: la prima è un approccio responsabile e bipartisan del Congresso, che lui oggi vede come impossibile stante l’estrema polarizzazione politica; resta l’altra condizione, quella di una grave crisi.
Successivamente, parlando del costo del debito e della possibilità che la Federal Reserve possa mantenere i tassi alti, viste le ricadute che avrebbe sul costo del debito, ha chiarito che proprio perché c’è un elevato livello di debito e di deficit, nel caso di una crisi per eventi imponderabili (come abbiamo imparato a pensare di dover affrontare nel 2008, nel 2020, nel 2022) è impensabile che possa arrivare un intervento di sostegno all’economia dal lato fiscale. Pertanto i tassi devono restare alti per garantire alla Banca Centrale, come unico soggetto che potrà fare qualcosa, lo spazio di manovra per intervenire a sostegno dell’economia in caso di bisogno.
Non è la Federal Reserve a doversi chiedere come gestire un debito alto con tassi alti, perché facendolo verrebbe meno alla propria indipendenza. Gli obiettivi della Fed restano la stabilità dei prezzi e la piena occupazione e ogni decisione futura verrà presa sulla ricerca del giusto equilibrio tra questi due elementi.
Roba da ricchi
Goldman Sachs vuole dismettere una delle sue unità di pianificazione finanziaria. Il team è composto da circa 200 dipendenti e offre pianificazione finanziaria a clienti benestanti ma non esattamente super ricchi. Dopo le molte critiche per la scelta verso la pianificazione finanziaria del mercato . Questa è la seconda operazione orientata al mercato “retail” che viene abortita da Goldman, dopo la cessione del suo servizio di prestiti online, GreenSky.
Un latitante in gita
Il Presidente russo Vladimir Putin farà il suo primo viaggio all'estero da quando a marzo scorso la Corte penale internazionale ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto per crimini di guerra: andrà in Cina per il Belt and Road Forum di ottobre. Putin ha accettato l'invito del Presidente cinese Xi Jinping a partecipare all'evento.
La settimana scorsa ha invece saltato il vertice dei BRICS in Sudafrica, che ha annunciato che avrebbe rispettato l'ordine di arresto in quanto paese firmatario della Corte penale internazionale.
L'ultima visita di Putin in Cina risale al febbraio 2022 - pochi giorni prima di ordinare l'invasione - quando insieme a Xi annunciarono al mondo una partnership "senza limiti".
Con la consueta ambiguità la Cina ha dato sostegno diplomatico a Putin dopo l'invasione, e cercato di proporsi come “mediatore neutrale” nella guerra, con un piano di pace in 12 punti fortemente criticato in Occidente perché molto vicino alle rivendicazioni dell’aggressore russo.
I crescenti legami Russia-Cina preoccupano le democrazie: nei mesi scorsi Xi ha ribadito di voler rafforzare la cooperazione negli organismi internazionali. Nel frattempo Xi sembra abbia deciso di non partecipare al prossimo G20 del 7 settembre.
Italia: emergenza demografica
L’Italia oltre a un problema di stagnazione economica ha anche quello del declino demografico. Nell'ultimo decennio, la popolazione è scesa di circa 1,5 milioni. In 39 delle 107 province, ci sono più pensionati che lavoratori.
Così il nuovo decreto sull'immigrazione stima un fabbisogno di nuovi immigrati nei prossimi tre anni nella misura di 833mila per colmare il vuoto nella forza lavoro. Il decreto apre così le porte a 452.000 richiedenti per occupare posti di lavoro in settori come l'agricoltura e il turismo, o come idraulici, elettricisti, assistenti e meccanici.
Date le norme sul ricongiungimento familiare, che consentono ai residenti di far entrare i parenti, "nell'arco di 10 anni queste cifre triplicheranno", portando circa 1,5 milioni di migranti, secondo Maurizio Ambrosini, professore di sociologia e politiche migratorie all'Università di Milano.
El Niño
El Niño si verifica due volte a decennio, e sta tornando; di solito raggiunge il suo picco tra novembre e febbraio e i suoi impatti sulle coltivazioni rischiano di far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari a livello globale (ancora di più di quanto già non lo siano). Quest'anno infatti si prevede che colpirà in particolare l'Asia meridionale e l'America centrale, portando un caldo estremo e riducendo i raccolti.
Questa consapevolezza è una delle ragioni che sta dietro la reiterata cautela delle Banche Centrali sulle politiche monetarie, perché potrebbe generare un nuovo aumento dell'inflazione headline (quella che include i prezzi di cibo ed energia). Le forniture alimentari globali erano già motivo di preoccupazione, visto che hanno già subito l'interruzione delle esportazioni di grano dell'Ucraina e il divieto di esportazione dell'India su alcuni tipi di riso.
La crescita calante
Prima della Grande Crisi Finanziaria del 2008, l’economia globale poteva espandersi in modo sostenibile del 4% circa all’anno e veniva accarezzata l’idea che la crescita nel medio termine potesse avvicinarsi al 5%.
La realtà invece è che la crescita mondiale è scivolata progressivamente a circa il 3,5% negli anni 2010. E adesso sembra che il “limite di velocità” sia prossimo al 3%. E le difficoltà della Cina, a lungo primo motore della crescita globale, e le cui prospettive di crescita continuano a venire riviste al ribasso, non suggeriscono ottimismo.
Un crescita meno aggressiva contribuirà a ridurre le emissioni di carbonio, ma una crescita globale più lenta faciliterà l’emersione di altre tensioni geopolitiche.
Quando gli estremi si toccano
Si sta formando un'improbabile alleanza in Brasile tra i partiti di destra e di sinistra. Il presidente Lula è vicino a concludere un patto con gli avversari storici.
Il Partito dei Lavoratori guida una coalizione, ma non ha la maggioranza nel parlamento brasiliano. L'accordo che si sta realizzando prevede che due partiti di destra (che hanno parte del governo Bolsonaro) dovrebbero dare il sostegno a Lula in cambio di due posti di gabinetto nel governo.
Lula è stato eletto con una piattaforma progressista di sinistra che comprendeva politiche di aumento della spesa pubblica, specialmente sul fronte sociale (lotta alla povertà). A fianco di questo serve però anche una riforma fiscale, necessaria da anni, e per questo serve un sostegno più ampio.
Per la comunità finanziaria questo allargamento della coalizione di governo frena gli istinti più radicali di sinistra di Lula, è una sorta di matrimonio di convenienza, di “grande coalizione” in cui Lula dovrà ulteriormente moderare le sue posizioni.
La controffensiva ucraina avanza
L'Ucraina si è fatta strada attraverso la prima linea di difesa della Russia nella parte meridionale del Paese. Secondo il Center for European Policy Analysis, la vittoria ucraina potrebbe essere più vicina di quanto immaginiamo (incrociamo le dita).
Ma l'industria europea della difesa riesce a malapena a soddisfare le richieste di munizioni. L'Ucraina ha un fabbisogno mensile di proiettili di artiglieria in superiore alla produzione annuale di tutta l'Europa.
Dopo la Guerra Fredda il dividendo della pace ha provocato una forte riduzione della spesa per la Difesa. Oltretutto l'artiglieria e le munizioni durano a lungo e la maggior parte dei Paesi ne aveva grandi scorte. La guerra in Ucraina è stato un brutto risveglio e il divario tra ciò che le aziende possono produrre e ciò che si rivela necessario è diventato enorme.
I contratti governativi per le munizioni sono generalmente annuali, ma ovviamente costruire una fabbrica implica tempi di rientro di uno o due decenni. I produttori temono la volubilità dei governi e che se la guerra in Ucraina dovesse cessare, tra un anno o due potrebbero nuovamente decidere di ridurre gli ordinativi di artiglieria. Dal loro punto di vista, si tratta di un grosso rischio che potenzialmente potrebbe mandarli in bancarotta.
L'Unione Europea ha promesso di acquistare quest'anno munizioni per l'Ucraina per un valore di 2 miliardi €. L'industria della Difesa si dice pronta a investire in nuovi siti produttivi, ma chiede garanzie economiche dai governi e/o impegno a lungo termine sui contratti.
Sarebbe ironico se, mentre i governi occidentali donano jet da combattimento F-16, carri armati Leopard e ogni sorta di sistemi di artiglieria pesante, poi a mancare fossero le munizioni…
Le società quotate del settore Difesa in Europa sono (in ordine alfabetico): Babcock, Chemring, Dassault, Hensoldt, Iveco, Leonardo, QinetiQ Group, Rheinmetall, SAABB, Safran, Thales.
Aggiungi un posto a tavola
I BRICS si allargano? La UE è pronta a rispondere. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel lunedì ha proposto una data limite (2030) per l'ingresso di nuovi membri nell'Unione Europea, dando il via al dibattito sul futuro dell'UE.
I leader si incontreranno in Spagna all'inizio di ottobre per una prima discussione dedicata all'allargamento. Tra i Paesi candidati figurano Ucraina, Moldavia, Turchia, Albania, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.
Anche senza gasdotti…
L'Unione Europea importa una quantità record di gas naturale liquefatto dalla Russia. Almeno secondo i dati analizzati da una ONG chiamata Global Witness. Questo nonostante la situazione di guerra e l'obiettivo dell’Unione Europea di abbandonare i combustibili fossili russi entro il 2027 (piano REPowerEU).
L'aumento delle importazioni è dovuto al fatto che l'UE ha lottato per allontanarsi dal gas russo, diventando dipendente dal GNL. Si dà il caso che la Russia sia un grande esportatore di questo gas e che l'UE ne abbia bisogno. E si sa, quando “manca la roba”, si prende quel che c’è dove lo si trova. In ogni caso i volumi importati sono molto, molto inferiori a quelli che la UE riceveva attraverso i gasdotti.
Quindi in generale c’è meno gas russo, ma più GNL che arriva via mare piuttosto che gas via gasdotto. In che misura questa quantità record di importazioni di GNL sostiene l'economia russa e, di conseguenza, il suo sforzo bellico in Ucraina?
La quantità effettiva di denaro che va alla Russia rispetto a quando l'UE riceveva tutto il gas dalla Russia è molto minore: il gas russo rappresentava circa il 40% delle forniture di gas europeo, oggi la percentuale è scesa a ben meno del 10% in termini di gas convogliato. Ma, a parte il fatto che l'UE sta inviando denaro a Mosca, questo significa anche che l'UE è ancora esposta al rischio che Putin possa tagliare le forniture, con un impatto piuttosto significativo sulle sue forniture energetiche.
Goldman Sach…ina
La Cina ha investito in una serie di società britanniche e statunitensi dietro lo schermo di un fondo di private equity di Goldman Sachs. Questo cosiddetto fondo di partenariato è stato creato nel 2017, quando l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump visitò la Cina insieme all'ex amministratore delegato di Goldman Sachs.
L'idea era che CIC, il fondo sovrano cinese, investisse in questo fondo e che questo usasse il denaro dello Stato cinese per acquistare aziende americane e aiutarle a espandere le loro attività in Cina utilizzando le connessioni del CIC stesso. L'obiettivo era quindi quello di creare posti di lavoro per i lavoratori americani, che all'epoca era una grande priorità per Donald Trump, perché queste aziende americane esporteranno più beni e servizi in Cina.
La situazione politica odierna è cambiata e le autorità di regolamentazione stanno iniziando a prendere in considerazione l'idea che un investitore cinese possa usare questi fondi per mettere un piede nelle attività americane senza essere direttamente visibile.
Il risultato sarà una stretta regolatoria, perché il CIC ha fondi di partenariato simili in molti altri Paesi, non solo negli Stati Uniti. Quindi, si tratta di un capitolo di una storia più grande: l’esposizione cinese alle aziende occidentali in un momento in cui a queste aziende è dannoso avere azionisti cinesi.
Un altro colpo di Stato
Il presidente Ali Bongo era stato appena dichiarato vincitore delle elezioni in Gabon, ma i militari hanno messo Bongo agli arresti domiciliari e nominato un nuovo presidente di transizione. Negli ultimi anni, principalmente in Africa occidentale e centrale, c'è stata una serie di colpi di stato che hanno avuto successo: in Guinea, Ciad, in Niger il mese scorso, addirittura in Mali e in Burkina Faso due volte ciascuno, e ora in Gabon.
Il Gabon è un Paese pacifico, un Paese ricco di petrolio (il 63% dei sui 6 miliardi di $ annui di export sono petrolio greggio o raffinato) ed è il secondo produttore mondiale di manganese (essenziale per la produzione di acciaio), ma la sua ricchezza è poco distribuita: il presidente Ali Bongo, al potere dal 2009, appartiene a una famiglia che governa sul Gabon dal 1967. I leader militari, in Africa, si stanno palesemente rafforzando, i colpi di Stato sono contagiosi, chi fosse al potere da qualche parte in Africa da molto tempo, dovrebbe iniziare a preoccuparsi.
Questi sconvolgimenti geopolitici hanno un impatto economico anche dalle nostre parti: l’azienda mineraria francese Eramet ha molte attività in Gabon e le sue azioni hanno avuto un crollo mercoledì. L’Africa in generale, in quanto area povera con un passato coloniale, è sede di molte attività direttamente possedute da grandi multinazionali quotate.
Xi e Raimondo
Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, questa settimana era in visita in Cina. Gli USA vorrebbero distinguere tra le tensioni sul fronte geopolitico e le relazioni economiche; tra il commercio ordinario, che gli USA vogliono preservare, e il trasferimento di tecnologia, considerato rischioso per la sicurezza nazionale.
Gli Stati Uniti stanno insistendo sul fatto che non si vogliono sganciare (il cosiddetto “decoupling”) dalla Cina, ma vogliono solo “ridurre i rischi”. Senza interpellare filologi, vogliono evitare strappi, sia sul fronte commerciale che su quello finanziario, e contemporaneamente assicurarsi che le catene di approvvigionamento non dipendano dalla Cina in modo tale da incidere sulla loro sicurezza nazionale.
Per le aziende americane la Cina sta diventando sempre più "non investibile", e Il vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo ha aggiunto:
"I cinesi stanno creando un ambiente meno favorevole agli investimenti diretti esteri e alle aziende straniere".
Il temuto sorpasso della Cina sugli Stati Uniti potrebbe essere molto meno probabile di quanto si pensasse.
Elezioni a Taiwan
A gennaio si terranno le elezioni presidenziali a Taiwan. Il candidato principale proviene dal Partito Democratico Progressista, ma un nuovo concorrente di alto profilo è appena entrato in lizza: Terry Gou, il fondatore del produttore di elettronica taiwanese Foxconn, che produce forniture per Apple.
“Taiwan non deve diventare l'Ucraina e io non permetterò che Taiwan diventi la prossima Ucraina".
La cosa interessante è che la sua azienda, la Foxconn (una azienda da 7 miliardi di capitalizzazione), è il più grande datore di lavoro ed esportatore del settore privato cinese, e Pechino sostiene che Taiwan fa parte della Cina. Molti si chiedono se Pechino stia usando Gou per influenzare Taiwan ad avvicinarsi al suo vicino ostile.
Nel frattempo gli USA hanno approvato per la prima volta il trasferimento di armi a Taiwan nell’ambito di un programma solitamente riservato agli stati sovrani (Mentre Taiwan questo riconoscimento non l’ha ottenuto)
BCE e Inflazione
I dati sull'inflazione dell'eurozona sono stati un po' più alti del previsto, l'inflazione è rimasta complessivamente ferma al 5,3%, invariata rispetto al mese precedente e quindi leggermente superiore alle aspettative di calo.
L'economia tedesca sta ristagnando da due trimestri e tutti i segnali indicano un terzo trimestre molto debole. I vari indicatori anticipatori indicano che c'è stato un altro passo indietro nell'attività, questa debolezza potrebbe però aiutare a far scendere l'inflazione verso l'obiettivo del 2%.
La BCE si riunirà il 14 settembre e per la prima volta la decisione della BCE è davvero in bilico, dopo nove aumenti consecutivi (la stretta monetaria più severa nella storia dell'euro). La prospettiva di stagflazione (crescita ferma e inflazione ancora alta) mette la BCE davanti ad una scelta difficile.
Extrapprofittatori
UBS ha registrato il maggior utile trimestrale mai raggiunto da una banca: 29 miliardi di $, grazie all'acquisizione di Credit Suisse (pagata 3,4 miliardi per un valore di bilancio di 32) nonostante l'investment banking e l’asset management abbiano subito un calo significativo, come accaduto un po’ a tutte le banche.
Sergio Ermotti, CEO di UBS, vuole riconquistare il business perso da Credit Suisse nella fase più critica, ma anche realizzare risparmi con tagli al personale per 3mila unità, ed economie di scala su piattaforme informatiche e strutture porterà ad un taglio dei costi di 10 miliardi$ per il gruppo in tre anni.
Carenze metalliche
Aurubis, il più grande produttore di rame d'Europa, ha dichiarato di essere stato oggetto di un enorme furto che potrebbe portare perdite a 3 cifre in milioni di euro (dunque almeno 100 milioni).
L'azienda ha dichiarato di aver riscontrato "gravi indizi di ammanchi di metallo". Si tratta dell’ennesimo scandalo nell'industria metallurgica dopo che Trafigura aveva subito una frode sul nichel da 590 milioni di dollari, mentre all'inizio di quest'anno sono stati trovati sacchi registrati come nichel, in realtà pieni di pietre, nei magazzini del London Metal Exchange.
Curiosità
Dare la parola a chi non può articolare la bocca sta diventando sempre più una prospettiva reale. La ricerca scientifica, quale che ne sia il motore, può portare sviluppi insospettabili. Qui il paper scientifico.
Bastano 22 persone per colonizzare Marte, purché attentamente selezionate e con il giusto mix di personalità. Personalmente avrei una lista più lunga di persone da spedire nello spazio.
Lavatevi i denti: un sorriso sano suggerisce salute, dona un aspetto migliore e alza l’autostima. In totale vi rende economicamente più solidi. (Lo studio mostra che garantire una igiene dentale distribuita ha un effetto positivo sul benessere economico della società)
La vita è una, ma… James Bailey, economista del Providence College, condivide online le sue idee di ricerca che non ha tempo di realizzare, sperando che altri possano trovare il tempo di farlo.
Un buon fine settimana con il remaster di un album di uno dei musicisti che più ha venduto nella storia: James Taylor (oltre 100 milioni di dischi):