La resurrezione dell'Europa
L'impatto della nuova Germania sull'Europa e sui flussi finanziari di tutto il mondo
Il 'chat gate', ovvero lo scandalo prodotto dall’inserimento del direttore di The Atlantic in una chat su Signal (una comune piattaforma di messaggistica) in cui sono stati scambiate conversazioni sensibili offre diversi spunti di commento. Negli USA sono, giustamente, scandalizzati del fatto che si parli di temi di sicurezza nazionale e strategie militari su una piattaforma privata. In Europa balza all’occhio il commento che il vicepresidente JD Vance esprime sull’Europa (“parassiti, approfittatori”), ed il fatto che gli altri membri della chat hanno concordato senza la minima obiezione. Anzi, si potrebbe dire “dando di gomito”.
JD Vance, già qualche settimana fa nella sua visita europea, aveva irritato gli animi nel Vecchio Continente. Lo scenario sta cambiando, e lo sta facendo molto profondamente e rapidamente.
Per la prima volta, dalla fine della seconda guerra mondiale, la Germania ha intenzione di riarmarsi e prepararsi al ruolo di custode del fronte orientale insieme a Polonia, Paesi Baltici e Ucraina. Non si è mai visto nulla di simile.
La politica estera tedesca, come per tutta la UE, era basata sul guardare a ovest, sull'amicizia e la vicinanza con gli Stati Uniti. Il nuovo leader della CDU, Merz, ha preso atto che tutto questo potrebbe appartenere al passato. Lo stesso ha sostanzialmente detto il presidente francese Macron, in un messaggio alla nazione:
Questo messaggio alla Nazione è venuto poche settimane dopo un’altra dichiarazione che ha fatto scalpore:
“Non intendo lasciare che l’Europa sia un pascolo abitato da erbivori, in balìa di carnivori che arrivano per divorarli, stando ai loro piani. Come Europei, dobbiamo avere la lucidità, l’ambizione e la determinazione di tutelare la nostra sovranità”
Per entrambi, Merz e Macron, il messaggio è sostanzialmente analogo: gli americani hanno cambiato bandiera e anche noi dobbiamo cambiare.
E i mercati hanno fiutato il cambiamento: il rapporto €-$ ha iniziato a muoversi, l'euro è in ascesa rispetto al dollaro. Motivo? L’incertezza prodotta da Trump e dai suoi dazi, annunciati / rimossi / minacciati / imposti / sospesi / imminenti… sta facendo rallentare l’economia USA, mentre la chiamata a reagire per l’Europa sta generando risorse inattese e le proiezioni per l’economia europea vanno riviste al rialzo.
Da qui, una previsione azzardata: il riavvicinamento della Germania all'Europa avrà effetti profondi per il Regno Unito, al punto che potrebbe perfino arrivare nei prossimi cinque anni a qualche formula di ritorno nell'Unione Europea, non so se con un nuovo referendum per “abrogare” la Brexit, o in altra formula.
Il dato di fatto è che Donald Trump, dopo aver guastato i rapporti con i vicini Messico e Canada, sta dicendo agli alleati europei:
“Sapete una cosa? Non siete più nostri alleati. Voi ci state sfruttando. Siete il nemico.”
Poi arriva JD Vance e rincara la dose dicendo
“Non solo siete il nemico, ma non valete un soldo per noi”
e lo dice prima in un microfono davanti ai rappresentanti dei paesi che hanno protetto dagli autoritarismi alle truppe britanniche che hanno combattuto a fianco degli americani in innumerevoli guerre e poi ora in una chat che diventa rapidamente di dominio pubblico.
Questo stravolgimento dal punto di vista della diplomazia internazionale sta influenzando profondamente l'establishment dei Paesi. E in termini finanziari sta accadendo qualcosa che -come shock per i mercati europei- supera l'unificazione tedesca, che ebbe un effetto profondo sui tassi di interesse nel Vecchio Continente: per buona parte del primo decennio del nuovo millennio il denaro è fluito dall'America e dall'Asia verso l'Europa, perché c’erano enormi opportunità legate all'unificazione delle due Germanie.
Ora, tra linee di credito comuni decise dalla Commissione Europea ed espansione della politica fiscale in Germania si stanno per liberare circa mille miliardi€ di capitale per investimenti, essenzialmente per Difesa e infrastrutture.
Il PIL tedesco è di circa 4mila e 500 miliardi €. Si tratta quindi di un pacchetto di misure che, non nel primo anno, ma nell'arco di diversi anni, aumenterà la spesa pubblica tedesca per un valore di oltre il 20% dell’attuale PIL della prima economia del Vecchio Continente. È una cosa fenomenale.
L’ordo-liberalismo, che ha governato la Repubblica Federale Tedesca, la cd Germania Ovest, prima e successivamente la Germania unificata, era basato sulla paura dell'espansione del deficit fiscale, perché da esso viene l’inflazione, poi l’iperinflazione, le carriole di banconote ed infine il totalitarismo. Dopo il Terzo Reich i tedeschi hanno detto: “mai più”.
L’eco della Storia ha quindi sempre fatto da freno alle possibilità tedesche di usare la leva del debito. Oggi, vedendo quello che accade negli USA, la Germania sembra aver capito che gli echi della Storia non sono necessariamente destinati a ripetersi in casa sua…
Quindi, finalmente, ha deciso di venir meno al suo rigido impegno al pareggio di bilancio, che è facile da perseguire quando l'economia è in crescita (anzi, si registra un surplus), ma quando l'economia entra in recessione, come è successo all'economia tedesca negli ultimi due anni, diventa una pietra al collo, perché costringe a tagliare la spesa pubblica mentre si cerca il rilancio.
Quindi la prima notizia che i mercati hanno registrato è che il percorso per la ripresa dell’economia tedesca diventa improvvisamente più agile. E da quelle parti i cambiamenti profondi sono cosa veramente rara: persino l'unificazione tedesca è avvenuta senza cambiare il DNA politico tedesco. La Germania Ovest ha integrato la DDR, ma la Repubblica Federale Tedesca originale è stata il modello per la nuova Germania Unita.
Ora il cambiamento è totalmente diverso: dal 1945 tutto ciò che è accaduto in Europa è avvenuto sotto l'ombrello militare americano. Che si tratti del Trattato di Roma del 1957, della nascita della CEE del 1973, del mercato unico del 1992, dell'arrivo dell'Euro, dell'unificazione tedesca, tutte queste straordinarie pagine di Storia, interne al continente europeo, si sono realizzate perché gli americani erano in cima alla cordata della NATO.
Ora che questo non c'è più, tutto è cambiato. Così i tedeschi hanno stabilito di aprire una voce di spesa straordinaria da mille miliardi di €, da destinare a spesa militare e infrastrutture, e da spendere con fornitori europei per almeno due terzi degli importi. L'ultima volta che la Germania si è riarmata per far passare le truppe attraverso la Polonia e combattere i russi in Ucraina non è finita molto bene.
Ma gli echi della Storia vanno letti in maniera meno grossolana.
Vediamo di smarcare alcuni dubbi alimentati in Italia da chi, fino a ieri, si dichiarava trumpiano e oggi che l’Europa vuole raccogliere l’invito di Trump a diventare autonoma nella Difesa diventa invece pacifista
La Germania può permettersi di destinare, negli anni, il 15% del suo attuale PIL alla spesa per la Difesa? Può permetterselo? Sì, può farlo grazie allo spazio di indebitamento che ha. Il rapporto tra debito e PIL in Germania è intorno a 60, in Francia è oltre il 110%, in Italia è superiore al 135%. In America è del 124%. I tedeschi hanno una enorme capacità di espansione fiscale e ha deciso di farne uso, con la ricaduta tipica di attivare il settore privato a seguirne l'esempio. Infine, i tedeschi sono grandi risparmiatori, frutto del continuo surplus delle partite correnti che hanno generato per decenni.
Ecco perché i mercati “vedono” un'enorme bonanza in arrivo in Europa, guidata da questo monumentale cambiamento, che attrae flussi di denaro in Europa in un modo in cui non accadeva da più di 20 anni. Ed ecco perché i rendimenti obbligazionari in Europa sono saliti: non è timore di minor sostenibilità del debito, ma aspettative di crescita economica (e di inflazione) più robuste.
Trump e Vance hanno trasmesso il messaggio all’Europa: “Non vogliamo più considerarvi un nostro problema”. E i tedeschi, insieme ai francesi e ai britannici (con cui si discute all’interno della NATO), hanno deciso di agire e fare qualsiasi cosa sia necessaria per difendere l'Europa dalla Russia.
La lettura europea è che gli ucraini stanno combattendo per l'Europa. Se gli ucraini perdono, i russi se la vedranno con i baltici, metteranno alla prova l'Articolo 5 della NATO, cercheranno di distruggere la credibilità dell'alleanza occidentale.
E mentre i rendimenti in Europa salgono, i rendimenti americani stanno scendendo. Perché Donald non si rende conto che l'economia americana sta rallentando molto rapidamente. E il riflesso di tutto questo è che il rapporto euro/dollaro si ribalta, dopo anni di calo dell’€, ora è finita. Questo ha un impatto profondo sui mercati finanziari, perché amplifica i flussi di denaro verso l'Europa.
Trump, ossessionato dalla bilancia commerciale, sembra contento di avere un dollaro più debole, cosa che rende più semplice esportare. Ma l'America è un grande importatore, finché le loro importazioni saranno superiori alle esportazioni, il dollaro basso rappresenterà un costo maggiore rispetto al beneficio di competitività export. Senza contare che la valuta debole, rendendo le importazioni più costose, produce un po' più di inflazione.
Il mercantilismo trumpiano sta rimodellando l'ordine economico globale. I dazi reciproci ridurranno le pressioni competitive delle imprese, perché saranno protette dal prodotto straniero e saranno consapevoli che la loro sopravvivenza sarà una questione di interesse nazionale. Il ruolo del mercato nel determinare il successo delle aziende diminuirà.
Il mercantilismo trumpiano si basa su dei capisaldi:
Lo Stato deve orchestrare l'economia attraverso la politica industriale per aumentare la forza nazionale.
Le bilance commerciali sono un fattore determinante della forza nazionale (ambizione autarchica).
Protezione dei campioni aziendali nazionali.
L'ideologia mercantilista è contagiosa. Ogni volta che un Paese ha adottato politiche mercantiliste, ha spinto gli altri a reagire. La pressione sull'Europa a fare ritorsioni è forte, anche se c’è la volontà di rispettare i principi del WTO (da cui gli USA rimuovono i loro finanziamenti), ma lo stesso Trump manifesta quale sia la risposta più dolorosa ai dazi:
La ritorsione potrebbe essere sottile, come l'intensificazione degli sforzi antitrust da parte dell'Europa o le tasse sui servizi digitali che colpirebbero le grandi aziende tecnologiche statunitensi.
Ma nemmeno questo è il vero, grande cambiamento che stiamo vivendo. La debolezza storica dell'Unione Europea, nei momenti di crisi, è sempre dipesa dalla reticenza a prendere l'iniziativa della Germania. Nonostante fossero il Paese più grande, il più popoloso, il più ricco, il peso del suo passato ha fatto sì che non volesse svolgere un ruolo da egemone in Europa. La riforma fiscale di Merz ha dato il via al processo che porta la Germania a farsi carico di quella leadership che cambia l'intera dinamica all'interno dell'UE.
Gli europei sanno che gli ucraini sanno combattere e che i russi temono di fronteggiare gli ucraini, perché sono ostici, tenaci, non cedono. La UE vuole che l’Ucraina svolga la funzione che fu della Jugoslavia a suo tempo. Allora era contenere i Turchi, oggi è arginare l’aggressività della Russia.
E’ come se fossimo nel 1914, o nel 1939. Gli ucraini saranno trasformati in una guarnigione pesantemente militarizzata dell'Europa centrale come argine contro i russi. E i tedeschi pagheranno il conto, le armi tedesche sostituiranno quelle americane. E tutta quella parte d'Europa sarà fortemente militarizzata, ci sarà quello che Churchill chiamava “spirito marziale”.
E qui entra in gioco la Gran Bretagna. Innanzitutto, sappiamo che la Brexit è molto impopolare oggi in UK. La maggior parte dei britannici ritiene che sia stata una scelta errata. Qualsiasi dividendo avrebbero dovuto ottenere, non l'hanno ottenuto. L'economia non funziona. Il PIL è stagnante, l’inflazione e l’accesso ai beni hanno problemi.
Inoltre il Regno Unito voleva avere questo ruolo di intermediario tra l'America e l'Europa. La “relazione speciale” inglese con gli USA, ora, dovrà cambiare. E dovendo scegliere, visto l’atteggiamento della Casa Bianca, è molto più probabile che gli Inglesi scelgano di stare dalla parte dell'Europa.
Starmer è un politico. Tutti i politici percepiscono il loro grande momento storico, sono ossessionati da un obiettivo: “come faccio a capitalizzare gli eventi per elevarmi nel pantheon dei grandi?”
Il modo per farlo è fare qualcosa di audace, fare qualcosa di significativo.
Certo, l'Unione Europea non è di certo entusiasta di riprendere delle trattative commerciali con gli epigoni di Boris Johnson, ma ora l'Europa ha bisogno della Gran Bretagna in questo asse interno della NATO. Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Polonia per l'obiettivo esistenziale di fermare la Russia in Ucraina.
Le stelle cominciano quindi ad allinearsi. Per un politico ambizioso che voglia cogliere l'occasione di un referendum sulla Brexit, ci sarà lo spazio di venderlo agli elettori come un venire in soccorso degli alleati in Europa, con echi da seconda guerra mondiale.
Associare Brexit a Trump, e Nigel Farage a Brexit, potrà compattare il sostegno per Starmer anche tra i conservatori. Magari non sarà la Gran Bretagna come parte dell'UE, ma una sorta di altro rapporto, di diversa relazione, perché la Gran Bretagna deve anche salvare un po' la faccia. Tuttavia ora vedo la “pista di atterraggio” dove gli inglesi possono tornare in Europa.
Gli Stati Europei hanno bisogno della Gran Bretagna, della sua forza militare, della sua capacità di deterrenza nucleare. La Gran Bretagna ha bisogno dell'Europa, e Starmer ha bisogno di un motivo per essere un grande uomo della Storia. Inoltre, rafforzerebbe o forse salverebbe l'Unione del Regno Unito, che sta vacillando. La Corona è meno salda di un tempo, quindi sarebbe una vittoria per tutti. E si potrà archiviare il passato, dire che la Brexit è stata solo una cattiva idea (di Boris Johnson). Un esperimento che non ha funzionato.
Un Hillbilly (bifolco) dell'Ohio, con le sue uscite maldestre, è riuscito a fare quello che nessun europeo ha mai fatto dai tempi di Napoleone: ha riunito l’Europa. La Storia a volte sembra prendere sviluppi concepiti per farci uscire di testa.
Devo ammettere che all'elezione di Trump credevo sarebbe andata in modo totalmente diverso.
Insomma non ci avevo capito niente.
Credevo che Trump nn sarebbe andato in fondo coi dazi e che nn sarebbe riuscito a svalutare il dollaro. Che l'Europa sarebbe rimasta a guardare mentre la sua industria moriva e l'Euro affondava sotto la parità. E meno male che nn ho fatto speculazioni su questa view.
User’s Guide to Restructuring the Global Trading System è il papello che teorizza l'attuale politica economica americana e chi l'ha scritto ha avuto un incarico direttamente legato alla sua attuazione.
Il punto è che si tratta di una accozzaglia di idee una in contraddizione con l'altra senza un filo unitario.
In perfetto stile Salvini-Conte.
Ed a proposito di Italia abbiamo un governo che spera di prendere il posto dell'UK nelle relazioni transatlantiche (delirio) e contemporaneamente ha l'opinione pubblica meno aperta al riarmo, le forze armate coi numeri truccati (nella spesa militare ci finisce anche il welfare e le pensioni dei congedati) e meno spazio di manovra grazie anche alle follie fiscali del duo citato sopra.