La settimana dell'Alieno #53
Rassegna delle notizie economico-finanziarie del 17-21 giugno 2024
Il G7 in Italia
Il vertice del G7 si è concluso durante il fine settimana e, tutto sommato, sembra essere andato piuttosto bene. Il focus è andato su due accordi:
Un prestito da 50 miliardi $ all'Ucraina, che verrà ripagato nei prossimi 15 o 20 anni dai beni sovrani russi congelati nelle istituzioni finanziarie occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Si tratta di un accordo in cantiere da circa sei mesi.
La dichiarazione più forte e più critica che il G7 abbia mai visto nei confronti della Cina, secondo cui il sostegno di Pechino alla Russia nel commercio, nella fornitura di semiconduttori e di beni tecnici che la Russia usa per costruire armi, sta favorendo la guerra contro l'Ucraina. Il G7 continuerà a imporre sanzioni verso una Cina schierata.
Inoltre, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, invitato al G7 come ospite, hanno firmato un patto di sicurezza decennale. Gli Stati Uniti si sono impegnati al sostegno finanziario, militare e politico per i prossimi 10 anni.
Come gruppo, il G7 trasmette un’immagine di piena forza, ma come individui molti dei leader sono in affanno sul fronte interno: Rishi Sunak, il primo ministro inglese, è proiettato verso una sconfitta pesante alle imminenti elezioni. Il mese prossimo, avremo il doppio turno di legislative in Francia. In Germania, Olaf Scholz ha preso una discreta batosta, e Joe Biden, al momento, è in svantaggio su Donald Trump nei sondaggi per le elezioni presidenziali statunitensi di novembre.
Forse l'unica che è arrivata da una posizione di forza era Giorgia Meloni, il primo ministro italiano, che ha ospitato il vertice, ma che ha anche ottenuto un buon risultato alle elezioni europee. Comunque, nonostante le difficoltà interne della maggior parte dei membri, è parso evidente il segnale di forza nel presidiare con determinazione i valori condivisi.
Al prossimo vertice del G7, i leader potrebbero provenire da contesti politici molto diversi, potrebbero avere più incertezze sul sostegno a lungo termine all'Ucraina contro la Russia e forse anche sulla resistenza a lungo termine nei confronti della Cina. Da una parte un vertice del G7 segnato dalle promesse di restare uniti e dalla retorica dell'unità, dall’altra una percezione di vulnerabilità e fragilità.
Caccia al cedolone
Gli investitori stanno acquistando obbligazioni in valuta locale in Paesi che non hanno un ottimo curriculum. Si tratta di una scelta piuttosto inusuale, il rischio di non recuperare i propri soldi è elevato: le valute si svalutano, non di rado una crisi genera controlli sui capitali che interrompono la possibilità di ritirare il capitale. E, in ultima istanza, questi paesi capita che vadano in default.
La storia si ripete: paesi che hanno avuto difficoltà, aumentano i tassi d'interesse a un livello tale da attirare nuovamente gli investitori offrendo cedole molto alte (rispetto a quelle offerte dagli Stati Uniti o da altre economie avanzate). Oggi si può acquistare un buono del Tesoro egiziano a breve termine con un rendimento di circa il 25%. Certo, il rischio di svalutazione della moneta egiziana va considerato: oggi, contro €, la sterlina egiziana vale un terzo rispetto a 4 anni fa.
Nessuno sa quando la Federal Reserve statunitense taglierà i tassi di interesse, né di quanto. E anche il sentiero della BCE appare complicato. In questa situazione la ricerca di cedole rotonde viene fatta con maggiore attenzione. Dopo la pandemia c'è stata una fase in cui si guardava ai mercati emergenti più grandi, come il Brasile, che aveva affrontato il problema dell'inflazione elevata con tempismo. Ora si guarda più lontano, ai mercati di frontiera.
Elezioni inglesi
Per Rishi Sunak, il primo ministro conservatore, le prospettive si fanno sempre più fosche: il partito laburista continua ad avere un enorme vantaggio nei sondaggi e il partito conservatore si ridurrebbe dagli attuali 350 seggi a una cifra compresa tra i 50 e i 150, mentre al partito laburista andrebbe una maggioranza assolutamente schiacciante di seggi alla Camera dei Comuni, mettendolo in grado di legiferare praticamente come vuole.
Dopo 14 anni di ininterrotto governo dei Tories, è un'enorme inversione di tendenza. Solo nel 2019, i laburisti hanno toccato il punto minimo con uno dei peggiori risultati alle elezioni, ma in qualche modo sono pronti a riprendersi in grande stile, a meno che i sondaggi non si sbaglino.
La vittoria più schiacciante per i laburisti la ottenne Tony Blair nel 1997, riducendo i conservatori a 165 seggi. Oggi i sondaggi suggeriscono che i conservatori andrebbero ancora peggio. I liberaldemocratici, invece, terza forza e sempre con numeri marginali, non sono mai andati oltre la dozzina di seggi, ma oggi i sondaggi suggeriscono che potrebbero ottenere tra 50 e 70 seggi, potrebbero arrivare solo un paio di seggi dietro ai conservatori.
Grazie anche ai disastri prodotti da Brexit, il governo laburista oggi ha un tale margine da potersi permettere un’agenda politica centrata sul riordino dei conti pubblici, ma senza dubbio affrontare i problemi profondi che hanno afflitto la Gran Bretagna negli ultimi anni provocherà dei disagi, e porterà una diversa onda nella marea della Storia. Bisognerà vedere chi potrà intercettarla, in che posizione saranno i conservatori. Potrebbero essere ormai emarginati nel parlamento oppure essersi consegnati alla guida del partito di ultra-destra “Reform UK”, guidato da Nigel Farage, una prospettiva che poco tempo fa sarebbe stata ridicola e che oggi va contemplata tra quelle possibili.
OpenAI
35 dipendenti (su 1200) di OpenAI, l'azienda che ha dato vita a ChatGPT, sono dedicati alle relazioni con i governi. Fanno ‘lobbying', come si suol dire.
Meta ha speso circa 7,6 milioni $ per le relazioni con il governo degli Stati Uniti, mentre Google ne ha spesi 3,1 milioni. OpenAI ha speso 340.000 $, questo ci dà un po’ il senso delle proporzioni, ma anche della vastità degli interessi e del peso di lunghe relazioni.
OpenAI ha fatto irruzione sulla scena con ChatGPT, in modo del tutto improvviso. Come all’improvviso ha ricevuto l'attenzione delle autorità di regolamentazione e dei legislatori. Regolare la AI è diventata una priorità urgente, anche se il fondatore stesso di OpenAI, Sam Altman, cercò di anticipare i tempi mesi fa chiedendo ai legislatori una regolamentazione più incisiva.
Sapeva che sarebbe stato un argomento molto dibattuto e che la sua tecnologia sarebbe stata al centro della questione, e OpenAI non è contraria a una regolamentazione, ma vuole garantirsi la flessibilità necessaria per innovare, assicurandosi che la regolamentazione non sia così rigida e prescrittiva da limitare lo sviluppo della tecnologia.
L'amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, e altri grandi nomi della tecnologia si sono presentati davanti al Congresso già svariate volte. OpenAI dovrà trarre una lezione dalle esperienze delle compagnie di social media, che sono stati al centro di scandali rilevanti per il rischio di manipolazione dell’opinione pubblica, e loro non vogliono fare la stessa fine.
Mercati valutari: un’opportunità?
In un anno difficile per le valute dei mercati emergenti, il Real brasiliano è stato tra quelli che hanno registrato le performance peggiori: negli ultimi 12 mesi, considerando le cedole generose che paga, in termini di rendimento totale il Real è sceso del -6,5% contro dollaro; solo lo yen ha fatto peggio, mentre la Rupia indiana è ai minimi storici. Un sell-off che pare esagerato.
Concentrandosi sul Brasile, il mercato teme che il presidente Lula mini l’indipendenza della Banca centrale brasiliana sulla politica dei tassi d'interesse, nominando tre nuovi membri del comitato. Ma al momento la Banca del Brasile ha deciso all'unanimità di mantenere i tassi al 10,5%, nonostante le forti pressioni politiche per un taglio. Questa unanimità dovrebbe contribuire a dissipare le preoccupazioni del mercato sulla credibilità della lotta all'inflazione.
Un secondo fattore che pesa sul Real è che Lula fa tipicamente leva sulla spesa pubblica e cerca di rimandare il più possibile i tagli alla spesa orientati agli obiettivi di deficit, ma le aspettative di crescita economica continuano a essere riviste al rialzo dunque non c’è motivo di tensione.
La velocità di crescita delle esportazioni brasiliane ha un po’ meno slancio, ma comunque ha un ritmo a due cifre e l'avanzo commerciale continua a crescere a un ritmo di 100 miliardi $ annui. I settori ciclici (e il Brasile con le sue materie prime ne è parte) hanno patito un po’ di recente, l'attenzione del mercato è andata più verso l'intelligenza artificiale, ma il contesto macro globale resta interessante per le commodity.
Se a luglio arriverà il primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense, questo potrebbe diventare un catalizzatore positivo per riconsiderare la visione pessimistica del mercato sul Real e altre monete delle economie emergenti.
Nuovi mercati immobiliari
Un paio di decenni fa, qualcuno ebbe l'idea di costruire un gruppo di isole artificiali al largo della costa di Dubai. Il progetto si chiamava World Islands e l'obiettivo era quello di fornire abitazioni private ai super-ricchi. Il progetto non è stato portato a termine, ma oggi è stato ripreso.
Dubai ha avuto un enorme boom immobiliare nei primissimi anni 2000. All'epoca, si voleva ripetere il successo ottenuto con Palm Jumeirah, un arcipelago a forma di palma.
Purtroppo, proprio quando si stava per iniziare a costruire World Islands, la crisi finanziaria globale del 2008 ha colpito il mondo intero e ha avuto un forte impatto sul mercato immobiliare di Dubai.
Negli ultimi due anni il mercato immobiliare di Dubai è tornato ad andare a gonfie vele: l'anno scorso sono state vendute più proprietà di lusso (quelle da oltre 10 milioni $) a Dubai che in qualsiasi altra parte del mondo. E ora World Islands torna ad essere vista come opportunità: case di villeggiatura invernale per le famiglie più ricche. Non ci sono infrastrutture su queste isole, quindi molto dovrà essere costruito, altrimenti resta un eremo in cui ci si può solo muovere in barca da un’isola all’altra e per arrivare dalla terraferma di Dubai servono 15 minuti a motore spinto.
Super batterie TDK
Io la ricordavo per le musicassette che registravo negli anni ‘80, ma la giapponese TDK oggi è un grande fornitore di Apple, e afferma di aver fatto un grande passo avanti nella tecnologia delle batterie allo stato solido, particolarmente utilizzate in dispositivi miniaturizzati come auricolari o apparecchi acustici più piccoli.
In pratica, al posto di un elettrolita liquido, come avviene attualmente nelle batterie, verrebbe utilizzato un materiale solido a base di ossido, che consentirebbe alla batteria di avere una durata molto più lunga con una singola carica. E permetterebbe una crescente miniaturizzazione delle batterie e dei dispositivi che le utilizzano.
E questo è solo un particolare tipo di sottoinsieme di materiali all'interno delle tecnologie a stato solido. TDK è diventata estremamente grande nel mondo dell'elettronica, un anello cruciale delle catene di fornitura globali. Fornisce ad Apple gran parte della tecnologia delle batterie che utilizza. Hanno sviluppato questa tecnologia che potrebbe essere estesa agli iPhone. E questo potrebbe davvero rivoluzionare le prestazioni degli smartphone con una singola carica.
Per ora sono riusciti a realizzarlo in laboratorio. Ora devono vedere se sono in grado di produrlo ad alto volume e in serie, ci vorrà ancora qualche anno prima di vedere questo prodotto sul mercato. Ma questo accende i riflettori sulla corsa allo sviluppo delle batterie allo stato solido, perché migliorare la durata delle batterie, riducendo la necessità di ricarica, va molto al di là degli smartphone ed il mondo è affamato di questo genere di opportunità tecnologiche.
Idrogeno
Per diverso tempo gli esperti del settore energetico hanno tessuto le lodi dell'idrogeno come la grande novità nel campo dell'energia pulita. Finora non è andata proprio così, l’elettrificazione ha visto una crescita molto più veloce e l’idrogeno può forse ambire al ruolo di tecnologia utile per lo stoccaggio di energia creata con fonti rinnovabili.
C’è però una piccola città dell'Africa occidentale che lo sta sfruttando davvero. Negli anni '80, cercando l'acqua, vennero trovati alcuni depositi di idrogeno, una cosa sorprendente perché generalmente si presume che non ci siano accumuli naturali e significativi di idrogeno nel sottosuolo. Se non fosse un caso isolato e si scoprisse che ci sono depositi naturali di idrogeno in tutto il mondo, allora potrebbe essere una cosa enorme per la transizione energetica.
L'idrogeno è un gas che attualmente viene utilizzato nelle raffinerie e altri grandi settori industriali. Attualmente, viene prodotto spendendo molti soldi in attrezzature e processi per estrarlo dall'acqua con un processo chiamato elettrolisi: un processo ad alta intensità energetica e, a seconda di come lo si produce, può emettere molta anidride carbonica (si distingue infatti l’idrogeno in 3 tipologie, a seconda della modalità con cui viene prodotto: verde, blu o grigio).
Ma se il caso emerso in Africa non fosse isolato, e si trovasse nel sottosuolo, in modo naturale, le economie di scala diventerebbero improvvisamente molto diverse. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi ritrovamenti in Australia, Francia e negli Stati Uniti. È necessario effettuare ulteriori esplorazioni e trivellazioni per capire quanto effettivamente ce ne sia e quanto sia estraibile.
Per le aziende del settore idrogeno, sia quelle che cercano giacimenti naturali nel sottosuolo, sia quelle che lo producono in vari modi, l’elemento cruciale mancante sono gli accordi di fornitura a lungo termine su cui poter far leva per poter ottenere i finanziamenti e per ottenere le attrezzature necessarie per svolgere il lavoro. Al momento, sebbene ci sia una grande spinta globale alla decarbonizzazione, il settore idrogeno è rimasto parecchio in disparte nella distribuzione degli incentivi.
Fast fashion
Ne parlammo già a febbraio scorso: Shein È un'enorme azienda di moda cinese che è esplosa durante la pandemia grazie al boom di video su TikTok. L'azienda ha cercato di quotarsi in borsa. Alla fine dell'anno scorso, a novembre, ha presentato i documenti per la quotazione in borsa negli Stati Uniti. Ma ora sono passati più di sei mesi e il processo si è completamente bloccato. L'azienda è stata praticamente ignorata dalle autorità di regolamentazione statunitensi.
Shein ha avuto una crescita davvero straordinaria negli ultimi anni. È molto popolare e ha conquistato il mercato della moda in Occidente. Ora, si potrebbe pensare che un'azienda con questo tipo di crescita abbia una certa facilità a quotarsi negli Stati Uniti. Ma la storia non è così semplice.
Il problema è che Shein è un'azienda di origine cinese che ha praticamente tutta la sua catena di approvvigionamento in Cina. Il suo fondatore è cinese. La maggior parte del personale è ancora in Cina. Ha successo perché la Cina è un colosso nella produzione di oggetti.
E dato che le tensioni tra Washington e Pechino non fanno altro che aumentare, la ricerca di una quotazione in borsa negli Stati Uniti da parte di un'azienda cinese significa che ci saranno degli ostacoli. Ma la Shein ha cercato di presentarsi come un'azienda più globale.
Da quando l'azienda è stata avviata, non ha mai venduto prodotti in Cina. Se chiedete ai cinesi, molti di loro diranno di non aver mai sentito parlare di Shein. Un paio di anni fa, l'azienda ha trasferito la propria sede a Singapore. L'azienda ha anche iniziato a spostare lentamente parte della catena di approvvigionamento dalla Cina continentale.
Queste mosse, in primo luogo non avere una base di clienti cinesi fin dall'inizio, spostare la sede centrale fuori dalla Cina, fare pressioni sulle autorità di regolamentazione a porte chiuse, sembrano tutte molto sottili. Ma la pretesa di non essere “cinese” è piuttosto fragile: la stragrande maggioranza delle sue operazioni, della sua produzione, dei suoi designer, sono ancora in Cina. Tutte queste cose richiedono buone relazioni con il governo a Pechino per continuare a operare, anche se non vendono lì. Si tratta quindi di un equilibrio scomodo, la consueta ambiguità cinese, che in questo caso non è premiante.
Ma nel settore c’è stato anche un altro caso: Golden Goose ha rinunciato a quotarsi in Borsa, in questo caso per l’eccessiva volatilità che di recente ha colpito i mercati (e che promette di aleggiare in Europa fino al 7 luglio).
"Il significativo deterioramento delle condizioni di mercato a seguito delle elezioni del Parlamento Europeo, avvenute questo mese, e le elezioni generali indette in Francia, hanno avuto un impatto sulla performance dei mercati europei e, in particolare, sul settore del lusso.
Il management e gli azionisti sono sempre stati determinati a garantire una IPO di successo per tutte le parti interessate, con prestazioni aftermarket forti e sostenibili, e ritengono che l’attuale contesto di mercato non sia l’ambiente giusto per quotare la società."
Sud-est Asiatico
La Malesia sta approfondendo i suoi legami con la Cina in quello che, secondo alcuni, segna un allontanamento diplomatico dall'Occidente. Questa settimana, il premier cinese è in visita a Kuala Lumpur e il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha cercato di espandere la cooperazione bilaterale con la Cina. Ma Pechino non ha un concetto di “bilaterale” come sinonimo di “paritario”.
Quest'anno la Malesia e la Cina celebrano il 50° anniversario delle loro relazioni diplomatiche. C'era la speranza che Xi Jinping, il presidente cinese, accettasse l'invito di Anwar Ibrahim, il primo ministro malese, a visitare il suo Paese per questo anniversario. Tuttavia, hanno dovuto accontentarsi di Li Qiang, il primo ministro: per la Malesia, membro attivo della Belt and Road, è un po' una delusione.
Anwar Ibrahim ha rilanciato l'idea di un Fondo monetario asiatico con il renminbi cinese come valuta di riserva, ha chiesto di unirsi ai BRIC, cerca di entrare nell'orbita della Cina e dà un segnale.
Nel Mar Cinese Meridionale, nelle acque contese che la Cina reclama come proprie, le Filippine hanno “parcheggiato” intenzionalmente dal 1999 una loro nave da guerra, la Sierra Madre, in parte per rimarcare la loro rivendicazione dell'area, lasciando a bordo un equipaggio di marines.
Dopo 25 anni la nave è praticamente arrugginita e potrebbe andare in pezzi, così il governo di Manila ha deciso di procedere alle riparazioni (e di mantenere il presidio), cosa che ha fatto infuriare Pechino, che ha risposto usando cannoni ad acqua e cercando di bloccare aiuti e rifornimenti.
L'attuale situazione di stallo rende la Sierra Madre il più caldo punto di infiammabilità dell'Indo-Pacifico, dal punto di vista geopolitico.
C’è molta attenzione sul sud-est asiatico, campo di gioco principale nella rivalità tra Stati Uniti e Cina, e il posizionamento di ogni paese verso le due superpotenze (con cui hanno diversi legami economici, di difesa e di altro tipo) produce ricadute e reazioni negli altri Paesi del mondo.
Curiosità
L'investitore Bill Gross (conosciuto come il "re delle obbligazioni") ha venduto la sua rara collezione di francobolli per oltre 19 milioni $. L'oggetto più pregiato era un francobollo da 1 centesimo del 1868. È stato venduto per poco più di 4 milioni $, il prezzo più alto mai raggiunto da un singolo francobollo statunitense.
Avete mai perso le staffe con un call center? La giapponese SoftBank sta sviluppando un sistema AI che lavora in tempo reale per attenuare il tono di chi chiama arrabbiato. Il software è stato progettato per proteggere gli operatori del servizio clienti, ma non potrà cambiare il vocabolario di chi chiama: impareremo a mandare al diavolo i fornitori di disservizi con un tono più gentile…
Buon weekend con il jazz di “Oscar peterson Trio”, magari per farsi passare il nervoso basta il sax di Lester Young:
Una osservazione riguardo la differenza tra facciata ed azioni reali: quando è scoppiata l'epidemia covid nell'esecutivo italiano c'erano i 2 partiti più affollati di no vax complottisti eppure è stato fatto uno dei lockdown più duri in occidente...