La settimana dell'Alieno #49
Rassegna delle notizie economico-finanziarie del 20-24 maggio 2024
Percezioni e realtà
Le economie sono in piena espansione. Ma la fiducia dei consumatori? Beh, non molto.
L'OCSE ha rilevato che la fiducia dei consumatori nella maggior parte delle economie ricche non è tornata ai livelli precedenti la pandemia.
Questa è un'ulteriore prova del fatto che i cittadini di questi Paesi risentono ancora della crisi del costo della vita iniziata qualche anno fa, anche se l'inflazione è scesa e il PIL in alcuni luoghi è in forte crescita. In compenso, la fiducia dei consumatori non sta migliorando. Il 2023 è stato un anno davvero disastroso da questo punto di vista.
La Fed spiega al mondo perché l'economia USA cresce di più di quella degli altri paesi, mentre i cittadini USA si lamentano della situazione economica. C’è grande difficoltà a mettere insieme percezioni e realtà.
Ad esempio, il fatto che gli elettori americani ritengano di essere in un contesto ad alta inflazione, sarebbe la prova che c’è un ritardo tra condizioni reali e percezione:
Gli swap sull'inflazione, che permettono a Wall Street di scommettere sull'inflazione futura, prevedono implicitamente un'inflazione del 2,1% per il prossimo anno. Ed è davvero difficile negare che l'inflazione sia molto diminuita rispetto al suo picco.
Eppure molti americani non credono che l'inflazione sia diminuita e non registrano alcun miglioramento. Il fatto è che l’inflazione è la velocità con cui i prezzi crescono. Quando i prezzi raggiungono un punto di dolore, anche se l’inflazione scende i prezzi non tornano indietro, ma continuano a crescere, seppure più lentamente di prima.
Chiunque faccia la spesa vi dirà che le cose costano molto di più rispetto a qualche anno fa, e ha ragione: I prezzi dei generi alimentari sono aumentati di circa il 25% e ora che “l’inflazione scende” non stanno diminuendo. Riportare i prezzi dov’erano provocherebbe un impatto molto doloroso, più proficuo sarebbe guardare come in parallelo si siano mossi i salari.
Non so se sia il vittimismo a far dare più peso ai prezzi o se la crescita dei salari la si ritiene naturale o dovuta. Il fatto però è che negli USA i salari stanno crescendo più dei prezzi, anche tracciando le evoluzioni di entrambi dal 2019 a oggi.
Oltretutto anche il fatto che i prezzi non scendano non è del tutto vero, dobbiamo quindi escludere che a novembre prossimo gli elettori americani considereranno lo stato in cui si troverà l’economia nazionale in quel momento. Forse però questo ritardo nelle percezioni farà sentire agli elettori che le condizioni saranno quelle attuali, anziché quelle di un anno fa.
Nvidia day
Le vendite di chip per l'intelligenza artificiale segnano nuovi record e i ricavi di Nvidia sono aumentati del 262% nell'ultimo trimestre, battendo nettamente le aspettative degli investitori.
Come se non bastasse, Nvidia prevede un'ulteriore crescita dei ricavi per il trimestre in corso e ha deciso un aumento del 150% del dividendo.
Inoltre, per rendere più accessibile l’acquisto delle sue azioni (che ormai hanno superato la soglia dei 1000$ l’una), ha deliberato uno stock split che trasforma ogni azione in 10 azioni nuove, che dunque verranno scambiate introno ai 100$. Si tratta di una operazione neutra per gli azionisti, ma facilita l’ingresso di nuovi investitori.
La sterilità dell’ONU
Le sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla Corea del Nord, con il consenso di tutti i membri permanenti (UK, Francia, Stati Uniti, Cina e Russia) risalgono al 2006, quando la Corea del Nord ha condotto per la prima volta un test di armi nucleari. Da allora le sanzioni sono aumentate, poiché la Corea del Nord ha continuato a condurre test nucleari e a sviluppare il suo programma di missili balistici.
Un paio d'anni dopo l'introduzione delle sanzioni, le Nazioni Unite si sono rese conto di aver bisogno di un meccanismo che non solo monitorasse l'applicazione delle sanzioni, il modo in cui la Corea del Nord le eludeva, i soggetti che la aiutavano a eluderle, ma anche di un processo politico che coinvolgesse tutti i principali attori internazionali sulla questione della Corea del Nord, in modo da avere un forum per concordare ciò che sarebbe stato inserito in un rapporto ufficiale presentato al Consiglio di Sicurezza. E poiché tutti i principali Paesi sarebbero stati coinvolti in questo processo, ciò avrebbe significato per il resto del mondo avere qualcosa con il timbro delle Nazioni Unite e, auspicabilmente, costruire un consenso sull'applicazione delle sanzioni.
La storia della scomparsa del panel risale all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022. La Russia aveva bisogno di alleati diplomatici e la Corea del Nord ha dato il suo appoggio a gran voce. Ma soprattutto, di recente, quando la Russia ha iniziato a esaurire le munizioni da utilizzare sul campo di battaglia in Ucraina, la Corea del Nord ha iniziato a spedire le sue scorte di missili balistici e, soprattutto, di proiettili d'artiglieria in Russia.
Naturalmente, non solo ricevere armi nordcoreane, ma anche i pagamenti che la Russia ha effettuato, sono entrambi una palese violazione delle sanzioni. E così la Russia alla prima occasione, ha posto il veto sul mandato di questi supervisori e il gruppo non esiste più. E’ la stessa ragione per cui non è possibile inviare i caschi blu in Ucraina (e nel 1999 nella Serbia di Milosevic): il potere di veto della Russia sterilizza la capacità di intervento dell’ONU.
Quando le sanzioni sono state introdotte per la prima volta, lo si è fatto nella speranza che potessero essere utilizzate per convincere la Corea del Nord ad abbandonare il suo programma di armi nucleari. Ora che la Russia, e la Cina, contrastano l'applicazione delle sanzioni, il programma di armi nucleari probabilmente accelererà. Il programma di armi nucleari della Corea del Nord è una delle poche questioni in cui gli interessi di Stati Uniti, Cina e Russia sono davvero allineati. Ed è per questo che, ovviamente, hanno tutti accettato le sanzioni. Il fatto che non riescano più a cooperare, anche su questioni in cui i loro interessi sono relativamente allineati, è ovviamente un simbolo molto preoccupante per il quadro più ampio dell'ordine internazionale.
Il carbone? Non lo porta la Befana
Stanno emergendo delle frodi nelle forniture di carbone. Spedizioni partite dall'Indonesia, che trasportavano carbone di bassa qualità, arrivate in India sono diventate di altissima qualità (e anche molto costose: tre volte più care). Esistono una dozzina di soglie di qualità diverse per il carbone, in base al suo potere calorico per tonnellata. La qualità e il prezzo del carbone sono stati gonfiati per truffare le centrali elettriche indiane.
Il colpevole della truffa pare che sia il mega-gruppo indiano Adani che avrebbe commercializzato circa 5 miliardi $ di queste importazioni di carbone attraverso alcuni oscuri intermediari offshore. E mentre lo faceva, il prezzo saliva.
Adani nega ogni accusa e assicura che sono stati effettuati diversi test quando il carbone è partito, quando è arrivato, sempre alla centrale, e che sicuramente il carbone consegnato era di qualità superiore e che i prezzi pagati erano adeguati.
Il gruppo Adani non è nuovo a situazioni controverse: un anno fa è stato accusato da un noto fondo speculativo -Hindenburg Research- di aver alterato molte delle basi della valutazione dell'azienda e dei suoi profitti in modo fraudolento. Da allora, l'attenzione si è concentrata sulle accuse di Hindenburg, che Adani ha negato.
La vicenda è scomoda, specialmente perché siamo nel bel mezzo delle elezioni indiane. Ci sono grandi interrogativi sul potere dei miliardari indiani. E la domanda che ci si pone, in particolare per Adani, è se il governo l'abbia protetto, perché nell'ultimo decennio ha dovuto affrontare diverse indagini, che però hanno avuto la tendenza a procedere molto, molto lentamente.
È importante cercare di svelare qual è la fonte della ricchezza di questi miliardari, ma non è solo una questione di soldi: l'inquinamento prodotto dalle centrali elettriche a carbone sta uccidendo milioni di persone in India. La più grande fonte di energia elettrica dell'India, così come la più grande fonte di inquinamento è il carbone. Quindi, una truffa a base di carbone di bassa qualità venduto come ottimo brucia più carbone, si producono più sostanze inquinanti, oltre a far aumentare le bollette.
Materie prime effervescenti
Il Gruppo Rio Tinto ha dichiarato che per cause di forza maggiore i suoi carichi di allumina (la materia prima per la produzione di alluminio) dalle sue raffinerie nel Queensland, in Australia, si devono fermare a causa della carenza di gas per l'alimentazione delle sue attività.
Gli impianti nel Queensland sono una joint-venture con la russa United Co. Rusal International. Già a marzo Rio aveva dichiarato che stava valutando l'impatto degli incendi nel Queensland sul gasdotto che rifornisce gli impianti.
La causa di forza maggiore riguarderà solo le vendite di allumina a terzi, mentre le attività di Rio nel settore dell'alluminio non saranno interessate. Qualcuno potrebbe sentire odore di accaparramento, dietro questa mossa. Quasi tutte le materie prime sono impostate al rialzo quest'anno: gli investitori stanno adottando una visione di lungo termine, dove la domanda dovrebbe crescere sensibilmente e l’offerta avere delle difficoltà e dei colli di bottiglia notevoli.
Il rame, in termini assoluti, non è mai stato così caro. L'oro è a un livello record. Il prezzo del petrolio è salito di oltre il 10% quest'anno, così come il Commodity Spot Index, con i sottoindici dei metalli industriali e preziosi in crescita di quasi il doppio. Una forte inversione di tendenza rispetto all'anno scorso, quando i reiterati timori di recessione in arrivo fecero scendere l'indice delle commodity dell'11%.
Il rame sta salendo perché gli investitori immaginano che la transizione energetica si traduca in una forte domanda di rame a lungo termine, e la domanda di energia è vista in forte aumento con l’implementazione della AI in molteplici processi.
Il fatto che sussistano scorte rilevanti, al momento, non sembra avere molto peso: il mercato valuta che le risorse minerarie sono state esplorate per millenni, il che significa che sono improbabili grandi scoperte di nuovi filoni. Oltretutto i tempi di realizzo di una nuova miniera, tra permessi, scavi e predisposizione infrastrutturale, sono di circa 10 anni e da anni gli investimenti per nuove miniere languono, anche a causa delle normative sull’ambiente (aprire una nuova miniera è molto penalizzante).
La salita del prezzo dell'oro è più difficile da spiegare, visto che i flussi sugli ETF gold sono tutt'altro che positivi. E’ la domanda delle banche centrali e di altre fonti più difficili da rintracciare ad aver fatto salire i prezzi.
Questo si è naturalmente riverberato anche su un altro metallo, il cui prezzo è ai massimi da 10 anni, ovvero sull'argento che è altamente correlato all'oro, ma con un beta più elevato, e può essere sostitutivo del rame in certe applicazioni.
La scarsità di offerta ha anche favorito il cacao con una impennata di prezzi che sembra aver raggiunto il top in aprile.
Il prezzo del petrolio appare molto resiliente anche quando le preoccupazioni per il conflitto si sono attenuate.
È difficile trarre una narrazione unitaria da storie così disparate. Ma il messaggio più chiaro sembra essere che gli investitori sono ottimisti sulla domanda in un'ampia gamma di settori, mentre l'offerta si prospetta fitta di rigidità crescenti. E questa, per le materie prime, rappresenta la ricetta per una storia rialzista a lungo termine.
Chiuso per guerra
Le fabbriche ucraine espongono i cartelli "cercasi aiuto" nelle loro vetrine. Con un numero sempre maggiore di uomini arruolati nella guerra con la Russia, le grandi industrie faticano a mantenere la produzione.
È molto difficile fornire cifre precise perché i dati sulla mobilitazione sono segreti. Ma quello che possiamo dire è che le aziende che fanno affidamento sulla manodopera maschile sono a rischio. La più grande fabbrica di acciaio dell'Ucraina, prima della guerra aveva 26.000 lavoratori e ora 3.500 uomini di quella fabbrica sono stati mobilitati. E hanno praticamente detto che se ne verranno mobilitati altri, potrebbero non essere in grado di funzionare. Questa particolare acciaieria produce anche l'acciaio utilizzato per proteggere gran parte delle infrastrutture energetiche da attacchi con razzi e droni, e rischiano di non essere in grado di produrre quel materiale.
Così stanno iniziando ad aprire alle donne ruoli che tradizionalmente erano occupati da uomini, come è già accaduto altre volte nella storia.
In tutta la città cartelloni con immagini di donne in tuta da lavoro recitano: "Le donne comandano davvero" e cose del genere. Si sta anche discutendo la possibilità di aprire asili diurni e notturni nelle fabbriche, perché si sono resi conto che anche dopo la fine della guerra ci sarà ancora uno squilibrio di genere, a causa delle perdite.
Le entrate fiscali per l'Ucraina in questo momento sono assolutamente fondamentali. L'Ucraina spende tutte le sue entrate per l'esercito. Quindi per gli stipendi dei soldati, il cibo, gli alloggi, il carburante, l'equipaggiamento di base, le munizioni di base e tutte le altre necessità. Quindi tutte le spese sociali sono essenzialmente finanziate dall'UE, e non può permettersi di perdere ulteriori entrate fiscali.
Il Ministero della Difesa ha bisogno di uomini. Non è un segreto. E concedere esenzioni a certe persone, è controverso: stabilire chi deve andare in guerra e chi no richiede regole condivise o si rischia tensione sociale. Oggi un'azienda strategicamente importante per l'economia può riservare fino al 50% dei dipendenti. Ma il Ministero dell'Economia cerca maggiori garanzie per le aziende contribuenti più grandi.
Dazi elettorali
Biden ha annunciato massicci aumenti delle tariffe su una serie di importazioni di energia pulita dalla Cina. Già Donald Trump aveva imposto una serie significativa di tariffe sulle importazioni cinesi, Biden ha riesaminato la lista delle tariffe per diversi anni, cancellandone alcune e aggiungendone altre.
Questi dazi sembrano aver agito da catalizzatore per un gruppo di altri Paesi - India, Brasile, Vietnam, Thailandia, Messico, UE e così via - che hanno preso in considerazione la possibilità di imporre a loro volta tariffe ai prodotti cinesi, visti come un pericolo per le industrie manifatturiere locali.
Quella che ha fatto più notizia è l'aumento delle tariffe sui veicoli elettrici, che salgono al 100%. I chip cinesi avranno una tariffa che raddoppierà a partire dal 2025. Inoltre, l'aliquota tariffaria sulle importazioni di acciaio e alluminio cinesi sarà triplicata. Si tratta quindi di un aumento delle tariffe piuttosto significativo.
I cinesi sono entrati a piena forza sulla costruzione di veicoli elettrici molto prima degli Stati Uniti, ad eccezione, ovviamente, di Tesla. Per questo motivo, l'industria automobilistica cinese dispone di un'intera gamma di veicoli elettrici, da quelli economici a quelli costosi.
Il problema è che negli Stati Uniti, finora, le case automobilistiche americane, europee e giapponesi che producono negli Stati Uniti hanno prodotto in gran parte EV molto costosi, come le Tesla. Le auto cinesi, molto competitive, possono mettere in crisi il settore auto occidentale. L'amministrazione Biden si preoccupa quindi di creare uno spazio per consentire a queste aziende di iniziare a far scendere i prezzi dei veicoli elettrici a un livello tale da permettere alle persone normali di acquistarli, oltre a cercare di preservare posti di lavoro.
Biden parla da anni di voler avere posti di lavoro americani per i lavoratori americani. Quando ha presentato l'Inflation Reduction Act, con miliardi $ di sussidi, lo ha visto come una spinta per l'occupazione e la crescita dei posti di lavoro in America. E questi dazi sono solo un altro regalo, in realtà, a industrie e sindacati, per ottenere il sostegno di quei sindacati e di quegli elettori negli ex Stati industriali e negli Stati in bilico come il Michigan e la Pennsylvania nell’ottica di novembre.
Al momento non c'è molta domanda di veicoli elettrici. Quindi, il “danno” per i consumatori è contenuto: tariffe elevate su un prodotto che non si vuole, non sono un grosso problema. Il rischio, in questa scelta di cercare di prendere il campo a Trump nel contrasto alla Cina è che gli elettori tra due che si dichiarano ostili alla Cina, preferiscano comunque “l’originale”. Va detto che Biden ha mostrato di essere molto più efficace del suo predecessore nel limitare la capacità cinese di insidiare l’economia americana, introducendo non solo dei dazi, ma dei veri blocchi alle esportazioni, quando si tratta di beni strategici come i chip di alta gamma.
I dazi concepiti da Trump si trasformano semplicemente in costi per i consumatori, e sono stati uno degli ingredienti della fiammata di inflazione originatasi dopo la pandemia, senza limitare realmente la possibilità della Cina di sviluppare tecnologie competitive.
L'impatto delle tariffe non colpisce le tasche dei cittadini in tempi brevi, è valso per Trump, vale anche per questi nuovi dazi imposti da Biden. Diciamo semplicemente che una rapida adozione dei veicoli elettrici oggi significa dipendere completamente dall'economia cinese, e gli USA preferiscono introdurre elementi inflattivi che dare questo potere a Pechino.
Relazioni commerciali
Il deficit commerciale dell'Unione Europea con la Cina è al livello più basso degli ultimi tre anni. I paesi UE importano beni dalla Cina, ma ne importano meno. Il motivo è duplice:
la domanda europea è in calo, insieme alla fiducia dei consumatori
dopo la pandemia, molte persone sono passate dagli acquisti di beni alle attività (cene fuori, crociere, ecc).
Il commercio tra Europa e Cina è al centro dell'attenzione di molti leader dell'UE, perché dirimente anche per il ruolo dell’Europa nel quadro globale. Da una parte si teme che Pechino, sovvenzionando la produzione nazionale, potrebbe finire per inondare il Vecchio Continente di prodotti a basso costo, scardinando le fondamenta dell’industria europea, Dall’altra si teme l’impatto immediato sul piano commerciale e l’impatto strutturale sull’inflazione di una escalation di tensioni.
Intanto, secondo la Camera di Commercio Cinese, Pechino sta valutando dazi del 25% sulle auto statunitensi ed europee per anticipare la scadenza del 5 giugno per l'indagine della Commissione europea sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici.
Curiosità
Le punture di zanzara non piacciono a nessuno. Ma se vi dicessi che è in corso un esperimento per far sì che questi insetti non mordano? Gibuti, il Paese dell'Africa orientale, ha rilasciato un lotto di zanzare geneticamente modificate che non mordono. L’obiettivo è fermare la diffusione della malaria, che ha preso piede nelle aree urbane.
X-AI, la start-up di Musk per servizi di intelligenza artificiale, si è assicurata da parte di tre giganti del venture capital un finanziamento da 6 miliardi$.
Musk insegue OpenAI, Anthropic e Google puntando sull'integrazione con le sue altre aziende (Twitter, SpaceX, Tesla) per dare a X-AI un vantaggio in termini di tecnologia, dati e ricavi.
La Democrazia porta felicità? Solo se è duratura e stabile, questo l’esito di uno studio tra storia e sociologia.
Buon weekend con “Vendredi minuit” anche se questa newsletter arriva un po’ prima di minuit, l’artista francese Sofia Bolt darà un tocco di delicatezza a tutto il vostro fine settimana.
Una riflessione che facevo sull'industria automobilistica cinese è se possano acquisire la stessa fiducia che nel tempo si era conquistata ad esempio la VW, nel senso che io guido una macchina tedesca da 25 anni, da quando ho preso la patente (ultima la Tcross). Hanno acquisito già un vantaggio che le rende la scelta d'elezione per un consumatore da qui a 25 anni? E' una domanda alla quale non ho le competenze tecniche per rispondere.