La settimana delle Banche Centrali
Molte banche centrali del mondo si sono riunite questa settimana:
Lunedì la Banca del Giappone ha alzato i tassi per la prima volta in 17 anni e ha eliminato la politica di controllo della curva e gli acquisti di ETF. La lunga era dei tassi negativi in Giappone è finita. L'aspetto più importante però è stato il messaggio che prevede il proseguimento della politica accomodante: i tassi di interesse giapponesi rimarranno molto bassi nel prossimo futuro, niente normalizzazione verso il 2, 3, o 4 per cento. Il passaggio dalla deflazione strutturale ad una economia “normale” che include una inflazione bassa ma positiva sembra ancora lontano. Per questo, contrariamente alla logica, a fronte del rialzo tassi lo yen si è svalutato.
Oggi il divario tra i tassi d'interesse giapponesi e quelli statunitensi è molto ampio. Quindi, se la Fed inizierà a tagliare i tassi e il divario inizierà a ridursi, ci si può aspettare che lo yen inizi a salire. E se lo yen inizia a salire, significa che tutte le cose che il Giappone importa - come il petrolio e i prodotti alimentari - iniziano a diventare più economiche. E questo sarà il vero banco di prova per il ritorno dell’inflazione in Giappone, aspetto cruciale per il futuro dell'economia giapponese, dei suoi tassi di interesse e della sua politica monetaria.
Mercoledì, la Federal Reserve ha rivelato una deriva al rialzo delle aspettative dei policymaker sui tassi di interesse a medio e lungo termine. Powell ha tenuto toni morbidi, sminuendo i recenti dati sull'inflazione (gennaio e febbraio hanno segnalato un rialzo dell’indice dei prezzi) e suggerendo che la traiettoria di disinflazione rimane intatta.
Secondo Powell, i dati non costituiscono una conferma del calo dell'inflazione, ma non segnalano nemmeno un chiaro cambiamento di tendenza.
Il numero complessivo di tagli dei tassi previsto nei prossimi due anni si riduce, un taglio dei tassi a maggio sembra ormai fuori discussione, i prossimi tre rapporti sull'inflazione prima della decisione sui tassi del 12 giugno saranno decisivi. La settimana prima si riunirà la BCE: avrà il coraggio di azzardarsi a “giocare d’anticipo”?
Le parole di Powell lasciano aperto ogni scenario:
Riteniamo che il nostro tasso di policy sia probabilmente al suo massimo per questo ciclo di restringimento. Le prospettive economiche sono tuttavia incerte e rimaniamo molto attenti ai rischi di inflazione. Siamo pronti a mantenere l'attuale intervallo di riferimento per il tasso dei fondi federali più a lungo, se opportuno.
La Banca d'Inghilterra ha confermato i tassi al 5,25%, lasciando aperta la porta a futuri tagli
La Banca Nazionale Svizzera ha invece a sorpresa tagliato i tassi, provocando una discesa del Franco Svizzero sui mercati valutari.
La Banca Centrale della Turchia ha alzato i tassi del 5%, portandoli dal 45% al 50% (l’inflazione turca è vicina al 70% annuo)
Rialzi, tagli, pause… sembra uno scenario molto variegato, la tendenza generale però è che la maggior parte delle banche centrali dovrebbe allentare la politica monetaria nel 2024, segnando il ciclo di allentamento più sincronizzato degli ultimi 16 anni.
Apple alza bandiera bianca
Dopo aver annunciato, solo due settimane fa, di abbandonare lo sviluppo dei veicoli elettrici a guida autonoma per dedicarsi in pieno allo sviluppo di soluzioni di AI, Apple ha annunciato questa settimana che implementerà nei suoi device gli strumenti di AI di… Google.
Sarà Google Gemini infatti a potenziare i dispositivi commercializzati da Apple, che a questo punto sembra “confessare” di non saper più innovare, al di là di fare aggiornamenti in termini di hardware o di pixel della fotocamera dei suoi prodotti.
Come se non bastasse, Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha citato in giudizio Apple: l’accusa è di di aver sfruttato illecitamente il potere monopolistico nel settore degli smartphone per rendere più difficile ai consumatori cambiare dispositivo e di aver creato contratti che mettono gli sviluppatori in una posizione peggiore, minando così l'innovazione. Questo caso è la prima importante azione antitrust dell'amministrazione Biden contro Apple.
Una cosa che è stata evidenziata dal Dipartimento di Giustizia americano è il modo in cui Apple avrebbe affermato il proprio potere sui cosiddetti punti di accesso. Ad esempio, riguardo la messaggistica o il fatto che i video sono apparentemente più sgranati quando ci sono persone che si parlano da due tipi diversi di dispositivi, per soffocare la concorrenza dei rivali.
Apple si difende dicendo che questo procedimento potrebbe potenzialmente minacciare la sua capacità di continuare a sviluppare la tecnologia che, a suo dire, la clientela si aspetta, e potrebbe diventare un pericoloso precedente di ingerenza politica nel settore dello sviluppo tecnologico.
La Federal Trade Commission sta anche portando avanti una causa di lunga data contro Meta, per cercare di farle revocare le acquisizioni di WhatsApp e Instagram, e contro Google con l’accusa di abuso di posizione dominante nell’ambito pubblicitario.
Prospettive
Ci possono essere conseguenze piuttosto estreme: da rimedi più strutturali, come lo scioglimento di alcune di queste aziende (con il rischio di far scendere la qualità dei servizi offerti al pubblico, spesso gratuitamente), a interventi normativi sul modo in cui operano o realizzano i contratti.
Microsoft col vento in poppa
Nel frattempo Microsoft ha assunto il co-fondatore di DeepMind di Google, Mustafa Suleyman, per fargli dirigere la sua nuova divisione AI per la commercializzazione ai consumatori di prodotti come Bing e Copilot.
È l'ultima mossa del gigante tecnologico per capitalizzare il boom dell'intelligenza artificiale, una corsa che Microsoft sembra stia vincendo (ricordiamo che c’è Microsoft dietro OpenAI, la società che produce chatGPT).
Il vero rivale, per Microsoft, è l’antitrust: sia negli Stati Uniti sia in Unione europea le autorità di regolamentazione sono al lavoro sulle attività dell’azienda nell'ambito di indagini più ampie sugli investimenti di tutto il settore dell'intelligenza artificiale.
Il ritorno dei sindacati
Il National Labor Relations Board (NLRB), cioè l'agenzia statunitense che fa rispettare le leggi sui sindacati sta affrontando una minaccia esistenziale. Quattro grandi aziende statunitensi, ovvero Trader Joe's, Starbucks, Amazon e SpaceX, la stanno tutte sfidando in tribunale.
Il NLRB piuttosto importante per i lavoratori: gestisce le elezioni nel caso in cui un luogo di lavoro stia pensando di aprire a un sindacato. ma si occupano anche di diritti dei lavoratori: l'anno scorso alcuni dipendenti di Home Depot indossavano spille di Black Lives Matter e sono finiti nei guai per questo. Il NLRB interviene anche in casi come questo.
Le grandi aziende che lo hanno citato in giudizio sostengono che l'ente sia incostituzionale: poiché il NLRB non solo indaga sulle denunce dei lavoratori contro i loro datori di lavoro, ma assume anche giudici che prendono decisioni in questi casi, l'argomentazione è che sta violando il diritto dei datori di lavoro ad un processo con giuria indipendente.
In caso di vittoria, qualsiasi caso di pratiche lavorative sleali dovrebbe passare attraverso un tribunale federale invece che attraverso il sistema giudiziario interno dell'NLRB, rallentandosi inesorabilmente. Quindi, se un lavoratore dichiara che il suo datore di lavoro lo licenzia per un motivo illegale, potrebbe dover aspettare anni invece che mesi per risolvere il caso.
Il lavoratore non sarebbe pagato durante questo periodo, e dovrà cercarsi un lavoro da qualche altra parte. Si tratta di una delle sfaccettature politiche in ottica elezioni. Biden ha fatto molto affidamento sull'NLRB per aiutare i sindacati e per reprimere alcune delle cose che molte grandi aziende fanno per cercare di impedire ai loro lavoratori di organizzarsi.
Il movimento sindacale ha ottenuto grandi vittorie, di recente, come gli aumenti massicci per i salari dei lavoratori dell'auto e per gli autisti dell'UPS e gli scioperi a Hollywood l'anno scorso, e questo incoraggia davvero le persone a iscriversi ai sindacati. Senza un NLRB che impedisca ai datori di lavoro di interferire nei tentativi di organizzazione, i sindacati potrebbero semplicemente scomparire.
Nucleare
La domanda di energia è uno dei temi che richiede attenzione, pensando al prossimo futuro. Un modo per soddisfarla, a zero impatto di CO2, è l'energia nucleare. Ma è problematica dal punto di vista dell’opinione pubblica, e la sua catena di approvvigionamento è fortemente dipendente dalla Russia. Inoltre è ancora molto costosa, in termini di capitali richiesti per avviare una centrale.
TerraPower, società fondata da Bill Gates, ha in programma di iniziare a costruire probabilmente il più avanzato SMR (Small Modular Reactor - piccolo reattore modulare) di una nuova generazione. La grande differenza del reattore di TerraPower è che viene raffreddato con sodio liquido anziché con il normale refrigerante ad acqua. L'azienda sostiene che questo riduce fortemente i costi di costruzione: il loro reattore costerà almeno la metà di quello che costerebbe un reattore nucleare standard.
Per i sostenitori, questa sarà una svolta epocale: la domanda di energia potrebbe salire molto se l’utilizzo dei datacenter dedicati alla AI avrà la crescita che si prevede, e garantire quella produzione energetica rispettando gli obiettivi climatici di Parigi sarebbe impossibile senza il nucleare.
Gli Stati Uniti hanno una grande riserva di petrolio e di gas, ma l'energia nucleare aumenta anche la sicurezza energetica e permette di generare energia senza dover estrarre risorse dalla terra: le centrali nucleari, una volta aggiunto il combustibile, non devono essere rifornite per un anno o due, e garantiscono una fonte di energia stabile, 24ore al giorno, sette giorni a settimana.
Non si dipende dalle importazioni di gas naturale come accade in Europa. va però creata una catena di approvvigionamento del combustibile nucleare che non sia controllata in larga misura dalla Russia, servono nuovi impianti di arricchimento dell’uranio per non dipendere dalla Russia.
Anche il reshoring, che procede sulla spinta dell'Inflation Reduction Act, contribuisce con circa 600 nuovi impianti di produzione che si stanno insediando negli Stati Uniti ad aumentare la domanda interna di energia in USA.
Il governo americano sta offrendo fino a 2 miliardi $ a TerraPower per far decollare il suo primo impianto, un investimento pubblico significativo. Sta anche investendo molti soldi nella catena di approvvigionamento per incentivare il “rinascimento nucleare”.
Nvidia
Nvidia ha presentato il suo ultimo chip per l'intelligenza artificiale: Blackwell, molto più economico e potente dell'attuale hardware di punta, e che sarà disponibile da fine 2024.
Nvidia domina il mercato dei chip per l'intelligenza artificiale e questo nuovo superchip dovrebbe consolidare questa posizione mentre lo sviluppo dell'intelligenza artificiale passa alla fase successiva.
Finora l'attenzione si è concentrata sull'addestramento dei modelli di AI, mentre il passo successivo è l'applicazione pratica della tecnologia. Anche l’attenzione del mercato finanziario potrebbe slittare progressivamente verso i settori che possono trarre beneficio dall’utilizzo della AI, rispetto al focus corrente su chi rende possibile realizzare modelli di AI.
Auto elettriche
La società di autonoleggio Hertz (le cui azioni sono scese del 60% da luglio scorso) è l’emblema del fallimento del passaggio ai veicoli elettrici. Dopo la pandemia, il boom dei viaggi aveva ridato lustro al business, Hertz voleva differenziarsi grazie a una strategia EV molto aggressiva e acquistò un migliaio di veicoli elettrici.
È opinione diffusa che i veicoli elettrici finiranno per sostituire le auto tradizionali a gas o a combustione. La scommessa era che il movimento avrebbe preso piede molto più rapidamente, che ci sarebbe stata una domanda di veicoli elettrici aziendali verso impegni di tipo net zero. Ma negli ultimi mesi del 2023 è emerso che quella strategia era “troppo lungimirante”.
Le auto elettriche noleggiate, in particolare ai conducenti di Uber, hanno subito molti più danni del previsto. E le spese per riparare le auto sono aumentate, il danno medo è stato anche più costoso del solito. Inoltre la guerra dei prezzi che Tesla ha scatenato tra le aziende produttrici di veicoli elettrici, ha fatto scendere il valore delle auto elettriche nel bilancio di Hertz. E questo è importante per le società di autonoleggio, perché gran parte del loro valore deriva dalla possibilità di rivendere la propria flotta dopo che le auto sono state utilizzate per un paio d'anni.
C'è una grande spinta politica e sociale verso l'adozione di massa dei veicoli elettrici, negli USA da qualche giorno sono in vigore nuove restrizioni alle emissioni per le auto. Alcuni Stati hanno addirittura dichiarato che nel prossimo decennio non saranno più in vendita nemmeno le tradizionali auto alimentate da motori a combustione. Ma quello che è successo tra i consumatori un'attività molto sensibile alla domanda e ai prezzi di acquisto e di rivendita, come l’autonoleggio, se sbaglia anche di poco, questo finisce per essere amplificato nel conto economico finale.
Putin e la sua “elezione”
Vladimir Putin ha vinto nel fine settimana le elezioni presidenziali in Russia, con una percentuale record dell'87% delle preferenze. Ovviamente non c'è mai stato alcun dubbio sulla vittoria di Putin, ma è stata anche un'elezione molto diversa da altre. In passato, infatti, il Cremlino ha permesso ai candidati dell'opposizione di correre contro Putin (non a candidati dell'opposizione che avessero qualche possibilità di vincere). In queste elezioni c’è stato un ulteriore “passo avanti”: c’erano due candidati che si professavano contrari alla guerra, ma non sono stati ammessi alla competizione elettorale.
I candidati a cui è stato permesso di competere, hanno dichiarato di appoggiare Putin. Quindi, al di là di aver assolto il rituale del voto, mancano diversi ingredienti per giudicare la Russia una democrazia e dunque assumere l’esito del voto come espressione della volontà popolare, perché non c'è un'alternativa a Putin in Russia e, a differenza di quanto accade in democrazia, il sistema non protegge le minoranze. E questo è ovviamente intenzionale, da parte del Cremlino.
Concorrenza fra Stati per la AI
Le principali start-up europee nel campo dell'intelligenza artificiale stanno valutando di trasferire le loro sedi in altri Paesi. Fa parte di una spinta globale -da parte soprattutto di Stati non tipicamente noti per le loro competenze tecnologiche- a diventare protagonisti dell'intelligenza artificiale.
Canada, Emirati Arabi Uniti, Singapore sembrano le destinazioni più attraenti: il Canada ha un'eredità di ricerca sull'AI e offre di ottenere un visto molto più rapidamente. Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno accordi simili per i visti, ma offrono anche buoni sconti fiscali e hanno appena creato un hub tecnologico ad Abu Dhabi per attirare le aziende.
Nell'ultimo anno c’è stata un'enorme diffusione dell'intelligenza artificiale e sono stati lanciati molti appelli per regolamentarla. Una delle regolamentazioni più rapide è stata quella dell'UE con AI ACT, approvato la scorsa settimana. Alcuni l'hanno criticato per l'eccessiva severità e per l'eccessiva regolamentazione del settore prima che abbia avuto la possibilità di innovare. La legge impone regole piuttosto severe ai creatori di LLM o di modelli di AI in generale.
Questo crea spazio per altri Paesi che offrono un contesto regolatorio più lasco. “Vieni da noi. Questo è un posto dove si può sperimentare di più".
Non sono sicuro di quanto stia funzionando. Molte aziende europee hanno dichiarato che si impegnano a rispettare i valori europei e vogliono potenziare l'ecosistema in Europa. Ma il regolamento non è ancora entrato in vigore e probabilmente non lo sarà ancora per un po'. Quindi, se lo troveranno troppo restrittivo quando entrerà in vigore, questo potrebbe portare alcuni a trasferirsi.
Abbiamo avuto per anni paesi che si facevano concorrenza fiscale per attrarre aziende (come l’Irlanda, il Lussemburgo o l’Olanda, in UE). Oggi sembra nascere un nuovo filone: l’arbitraggio regolatorio, su scala più ampia.
Sudafrica
Ultimamente il Sudafrica non se la passa molto bene. Le interruzioni di corrente sono diventate il simbolo di molte cose che non vanno in Sudafrica. La compagnia energetica statale Eskom non è stata in grado di fornire energia sufficiente ai sudafricani. Questo significa che nelle case delle persone i frigoriferi si spengono. Le aziende non possono più funzionare correttamente. Quando manca la corrente, si verificano anche molti crimini e furti e, ironia della sorte, la gente spesso ruba i cavi elettrici, il che significa, ovviamente, che le interruzioni di corrente diventano ancora più probabili.
Cyril Ramaphosa, il nuovo presidente, ha deciso di rivolgersi al settore privato, togliendo le limitazioni alla quantità di energia che i generatori del settore privato avrebbero potuto produrre. Gran parte di questa energia è solare ed eolica.
Qualcosa di simile sta accadendo nei porti e nelle ferrovie, che sono gestiti da una società statale chiamata Transnet. Anche questa è stata in grave difficoltà e ha avuto un impatto davvero deleterio sull'economia, proprio come la carenza di elettricità. E ancora una volta, con le spalle al muro, il governo si sta rivolgendo al settore privato. Sta permettendo a una società filippina di gestire il porto di Durban, che è il più grande porto dell'Africa. Sta permettendo a società private di fornire sicurezza privata per sorvegliare le rotaie e sta persino considerando di permettere a società private di gestire i trasporti ferroviari.
Curiosità
La teoria prevede che la crescita economica globale ristagni e addirittura si arresti a causa di una crescita demografica più lenta e infine negativa. Questa è la ragione per cui ultimamente spendo molte energie su questo argomento. Secondo alcuni l'intelligenza artificiale ("AI") potrebbe contrastare questo fenomeno e provocare invece un'esplosione della crescita economica. Ho trovato uno studio che giustifica dei dubbi: la AI influisce sulla produzione delle idee (incrementa la ricerca, incrementa la scala dei ricercatori, facilita l'innovazione). Ma le AI da sole potrebbero non essere sufficienti ad accelerare il tasso di crescita della produzione di idee all'infinito. Per un'esplosione della crescita economica occorrono combinazioni molto specifiche di parametri, sembrerebbe quantomeno “non imminente”.
Un elogio dell’ignoranza? Meglio non negarsi nulla, nella newsletter di
troverete questa “follia”, che forse è saggezza, nel diluvio informativo che ci travolge quotidianamente. Mi sentirei di affiancarla ad un elogio della scrittura lenta.Stamattina sono arrivato in ufficio più velocemente del solito. Il merito va ai Black Sabbath e alla loro “Paranoid” che mi ha riportato a tempi in cui giocavo a “Rock & Roll racing” su Amiga. Troppi anni fa, ormai. Buon Weekend
"Non importa quanto sia buono, se non ha quella componente di intelligenza artificiale, non attirerai l'attenzione degli investitori in questo momento" questa frase da un articolo di Bloomberg mi ha fatto rizzare le orecchie. Sicuramente AI cambierà il mondo, ma forse non meglio di come pensiamo.
Come dicevo nella "settimana" #36 (
https://open.substack.com/pub/alienogentile/p/la-settimana-dellalieno-36?utm_source=share&utm_medium=android&r=x09ym) il 36% delle società dell'indice S&P500 ha dichiarato durante la presentazione del bilancio trimestrale, di essere attiva nell'ambito della AI.
C'è chiaramente una moda in corso, come ne abbiamo viste molte altre, che porterà a dei mispricing anche clamorosi.
Quello che la AI può fare per migliorare il mondo non è alzare le quotazioni di borsa, quindi la mia percezione delle potenzialità della AI non viene disturbata da questa fatua moda.